domenica 2 marzo 2014

Renzi, è iniziata la gara a chi gli fa la festa


Ospite di Lilly Gruber su “La Sette” venerdì sera, 28 febbraio, c’era Paolo Crepet, lo psichiatra. Il quale si è detto entusiasta di Matteo Renzi e ha aggiunto di trovare insopportabile il fatto che lo si critichi. Perché il telepsichiatra tiene tanto all’ex sindaco di Firenze? Ma perché Renzi è giovane, ambizioso ed è fuori dei vecchi schemi di destra, di sinistra, che non significano più niente. Lasciamolo fare, non giudichiamolo prima che faccia; se poi sbaglia, ce ne facciamo una ragione. Questo l’assunto dello psichiatra, come se tutta l’Italia debba assistere – non si capisce per quale castigo di Dio – alle performance di un novizio che gioca col fuoco e rischia d’incendiare la casa. Crepet avrebbe anche potuto spiegare, da psichiatra, perché Renzi si presenta in Senato con le mani in tasca, perché si fa sorprendere in pose defatiganti, sdraiato sui banchi, ora con in bocca la penna ora la cravatta, ora senza niente ma con la bocca semiaperta come un mezzo ebete. Maleducazione? Disagio? Che almeno lo psichiatra avesse dato una spiegazione, giusto per capire!   
Non so se gli italiani la pensino su Renzi come Crepet. Non so quanti italiani salirebbero su un aereo sapendo che il pilota è giovane, ambizioso e fuori degli schemi indicati dalle rotte e dalle coordinate, della prudenza e del galateo.
E’ come un giocatore di biliardo Renzi, che si prende burla degli altri giocatori; sbruffa: ora mi tiro questo ed ora mi tiro quest’altro, e puntualmente, benché non sappia tenere la stecca in mano, gli riescono i filotti dichiarati. Renzi fa filotto anche se colpisce la biglia con il manico della scopa. Più che di Renzi c’è da fidarsi del suo culo.
Al netto di una certa antipatia che si può legittimamente avere per un simile personaggio, velleitario di successo, arrogante e presuntuoso, ci sono ragioni politiche serie che mi convincono di preoccuparmi, solo nella mia dimensione di cittadino italiano che ama il proprio Paese, la propria società, la propria nazione; che ha un alto concetto dello Stato e della politica e che non la pensa come Crepet, ma sente di avere il diritto di impedire a Renzi di fare quello che gli passa per la mente sulla pelle degli altri.
Prima ragione di preoccupazione. Matteo Renzi è diventato capo del governo senza essere neppure deputato, senza essersi mai presentato a capo di un partito o di una coalizione per essere votato. Dunque, è espressione di un potere che non viene dal popolo, come democrazia vuole al suo livello più essenziale. Si dice: siamo in uno stato di eccezionalità, di emergenza, di crisi. E’ vero, ma perché ci si affida al primo sbruffone che si presenta senza avere i titoli? Titoli intendo legittimazione popolare, senza cui non si può parlare di democrazia? Renzi è stato voluto da un partito che ha, voto più voto meno, la stessa forza elettorale del Movimento 5 Stelle e del Centrodestra. Altro che premio di maggioranza, qui siamo in presenza di asso-raccogli-tutto.
Seconda ragione di preoccupazione. La sua nomina a capo del governo è una trovata di poteri, che non hanno volto, denominazione e responsabilità, i quali vogliono impedire al Paese di votare. Si dice: non c’è una legge elettorale che garantisca un esito utile alla formazione di un governo stabile e duraturo. Dobbiamo avere nostalgia di Andreotti e della sua filosofia del governare con la crisi? Il fatto è che la questione della legge elettorale è una colossale presa in giro. Non si può votare perché non c’è la legge ma non si fa la legge perché non si vuole votare. La tattica ricorda quella di Quinto Fabio Massimo, il cunctator, il famoso temporeggiatore che logorò Annibale, fino a quando non maturò Scipione a fare barba e capelli al Cartaginese.
Terza ragione di preoccupazione. Il governo Renzi rischia di trasformare un governo di emergenza in una formula politica duratura. Difatti si dice che questo governo durerà fino al termine della legislatura. Ma se una parte dell’opposizione, il Nuovo Centro-destra, sta nella maggioranza, l’opposizione a questa maggioranza chi la fa davvero? Risposta: Forza Italia, il Movimento 5 Stelle, la Lega. Pare niente? No, pare assai. Ma si dà il caso che l’opposizione di Forza Italia è un’altra presa in giro, perché, nel gioco delle parti Alfano ne recita una e Berlusconi ne recita un’altra, insieme ne recitano un’altra ancora. Il Movimento 5 Stelle è fuori del sistema che rifiuta e combatte radicalmente; dunque politicamente non è spendibile. La Lega è troppo piccola e troppo sola per proporsi validamente a ruolo di opposizione. Si ricorda che l’opposizione ad una maggioranza, per avere credito ed efficacia, deve necessariamente proporsi come fattibile alternativa; in caso contrario può fare opposizione, ma senza prospettive resta sterile.
La quarta ragione di preoccupazione. Che cosa riuscirà a fare un governo, che è quasi universalmente guardato con forti perplessità perfino da chi lo ha voluto – vedi Corriere della Sera e poteri annessi e connessi – a causa delle ragioni dette e per altre, come l’inesperienza del suo capo e l’inevitabile guerra che gli viene fatta dal suo stesso partito? Letta, Cuperlo, Civati staranno con le mani in mano a godersi il folletto fiorentino folleggiare? Non lo credo affatto.

Le durissime parole del sindaco di Roma Ignazio Marino per il ritiro del decreto Salva-Roma sono state definite da Renzi – sentite sentite da quale pulpito! – assolutamente inappropriate. Saranno state pure inappropriate, ma sono nello stile Renzi; e soprattutto sono rivelatrici di un clima di ostilità nei suoi confronti che è già iniziato, coi fischi pubblici e con dichiarazioni poco rassicuranti di alcuni suoi “amici” di partito.

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