lunedì 28 novembre 2011

Monti è lento e imbarazzante. La Merkel s'impressiona

Parafrasando il grande Eugenio Montale oggi, con la situazione che si è determinata, possiamo dire solo dove non andiamo, dove non vogliamo andare. Non tanto perché qualcuno ci impedisce di esprimerci in maniera positiva, ma perché i dubbi sono tutti dentro di noi. Né ci sono politici o tecnici che tengano. Siamo allo sbando totale.
Chi ha assistito al famoso incontro a tre a Strasburgo, giovedì, 24 novembre, tra Sarkozy, Merkel e Monti, non ha potuto fare a meno di rilevare la strana atmosfera che regnava quando parlava Monti. Sembrava un professore alle prime armi e due studenti perplessi e preoccupati di non capirlo.
La diplomazia – si sa – è l’arte di non dire mai quel che si pensa, ma solo quel che conviene. La Merkel ha trovato “impressionanti” le misure che Monti vuole adottare per l’Italia. Non so quale parola tedesca o inglese la Merkel abbia usato, ma in italiano impressionanti oscilla su significati diversi. Può aver voluto dire di non aver capito bene quel che Monti diceva, per cui più che essere d’accordo o convinta era impressionata. Può aver voluto dire che le misure di Monti sono incredibili, geniali, miracolose, portentose. Nel dubbio il Pdl ha chiesto che quelle misure Monti meglio avrebbe fatto a comunicarle prima al Parlamento; e che comunque farebbe bene a comunicarle al più presto. Se sono impressionanti, come dice la Merkel, è bene che vengano chiarite. Impressionanti può voler dire anche spaventose.
Si è parlato di irritazione francese per il rifiuto della Merkel di far acquistare dalla Banca Centrale Europea i titoli di Stato dei paesi in difficoltà. Monti si è schierato con la Merkel, perché sarebbe sbagliato andare a premiare proprio quei paesi meno virtuosi e perciò bisognosi d’aiuto. Meglio lasciare che la Bce decida autonomamente.
Monti, più che essere pago di essere stato ammesso al “direttorio”, si è detto del parere che tutti i membri dell’Unione devono avere pari trattamento. Ci vorrebbe un direttorio-assemblea. Molto bello, ma onestamente è poco praticabile quando nel consesso ci sono membri, membrini e membracci, ovvero straricchi, ricchi e squattrinati.
In Italia, i partiti dell’ex opposizione e la loro stampa sono come estasiati dal vedere anche il nostro Presidente del Consiglio stare tra quelli che contano; con ciò confermando come ormai l’Italia è una provincia periferica del nuovo sacro romano impero della nazione germanica. Hanno smesso di sentirsi offesi dai commissariamenti europei in epoca berlusconiana, dalla riduzione o perdita di sovranità; si sentono in stato euforico quando possono dire che Obama ci dà fiducia e che Sarkozy e la Merkel elogiano il nostro Monti. Quando aggiungeranno che tutto il mondo ce l’invidia?
***
Intanto le borse continuano a precipitare e il famoso spread a salire. Non era colpa di Berlusconi! Solo degli ostinati nemici personali potevano pensarlo. Probabilmente anche i leader internazionali si erano stancati di questo nostro Presidente del Consiglio che ne aveva commesse di tutti i colori, che è irriverente, che straparla senza nessun rispetto degli altri; e perciò glielo hanno fatto pagare. Berlusconi era amico sincero di Gheddafi e di Putin. Invece, doveva solo far finta, come fanno gli altri. Ma, a ben riflettere, dalla situazione Berlusconi potrebbe trarre qualche vantaggio.
Acclarato che la causa del disastro finanziario cosmico non è sua e nemmeno del disastro nazionale, è stato un bene per lui essere messo da parte. Bossi, col suo solito modo tranciante di dire le cose, lo ha accusato di aver lasciato perché ricattato per le sue aziende. C’è del vero in quello che dice il Senatùr, ma non basta a spiegare le dimissioni del Cavaliere. Che poteva fare ormai se ogni giorno era uno stillicidio, un abbandono, una minaccia sibillina, un prendere le distanze, un consiglio, un avvertimento? Il centrodestra non è stato in grado di affrontare la situazione, anche perché in una condizione di assedio esterno, nazionale ed internazionale, giudiziario, politico, mediatico, e di disgregazione interna. Berlusconi ha dovuto lasciare, come ha dovuto lasciare la politica, come è stata sospesa la democrazia. Ci sarà da divertirsi quando i grand’uomini come Scaiola o Pisanu resteranno a casa, a scrivere le memorie.
***
A sentirli i nostri leader c’è da invocare Beppe Grillo e Maurizio Crozza in tandem governativo. Fini dice che questo governo è politico, altro che tecnico. Bersani dice che il Pd non è più all’opposizione, ma in maggioranza. Non so se ha qualche ragione, sta di fatto che quel Monti, pure nominato commissario europeo dal primo governo Berlusconi, non ha mai voluto entrare o collaborare coi governi di centrodestra. Una ragione ci sarà.
Pdl, Pd e Udc s’incontrano a Palazzo Giustiniani – sede della massoneria oltre che al momento di Monti – per parlare di sottosegretari e negano di averlo fatto. Di Pietro dice che il suo partito non è interessato a spartizioni. Bossi dice che il governo fa schifo. Enrico Letta del Pd accetta a scatola chiusa i sottosegretari che vorrà Monti, come se fossero caramelle Sperlari. Insomma ognuno parla a ruota libera. Di questo passo come si può dire dove si va, dove si vuole andare? Non vorremmo andare verso il disastro di vederci decurtare i quattro soldi che prendiamo di stipendio o di pensione mentre il costo della vita aumenta vertiginosamente. Non vorremmo andare verso una situazione nella quale ci trovassimo senza sapere per colpa di chi. I tecnici, in Italia, sono come i chirurghi: se il povero disgraziato paziente muore sotto i ferri, loro non hanno colpa. I politici almeno non vengono ri-votati.
***
La situazione è sconcertante ma non nuova. La commedia degli equivoci è in pieno svolgimento. Fino a qualche giorno fa, prima che il Parlamento desse la fiducia bulgara a Monti, tutti parlavano di governo tecnico, di impegno nazionale; si sottolineava la necessità che la politica facesse un passo indietro. Di colpo erano diventati tutti buonisti. Casini ripeteva come la canzone: chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ha dato, scordiamoci il passato…con quel che segue. Oggi l’intero schieramento delle ex opposizioni – Pd, Udc, Fli, Idv – sostiene che il governo è politico, che non può essere che politico, perché fa politica. Che scoperta! Bersani vuol far passare l’idea che questo governo è di centrosinistra. La Lega, che è all’opposizione, l’unico partito ad aver scelto l’opposizione, spara a zero sul governo. E dall’altra parte che succede? Che accusano la Lega di remare contro l’Italia, di tradire il proprio paese. Ma per tutte le durate dei governi di centrodestra, che hanno fatto le opposizioni di centrosinistra? Hanno sparato a zero su Berlusconi, incuranti che colpendo Berlusconi colpivano l’Italia. Non hanno remato contro Bersani, Di Pietro, Casini e Fini? Incomincia a farsi strada l’idea che tutta questa caterva di irresponsabili commedianti andrebbe messa in quiescenza, a prescindere dall’età e dalla contribuzione. Meglio un danno oggi che il disastro domani, meglio che gli incapaci vadano in pensione che lasciarli in servizio.
***
Monti ha promesso che il 5 dicembre vuoterà il sacco, dirà quali sono i sacrifici che ha promesso al popolo italiano. Lo attendono di sapere tutti: le banche, i mercati, gli euroalleati, gli italiani. Qualcosa l’ha lasciata intuire. Sarà reintrodotta l’Ici su nuove basi catastali. Forse ci sarà la patrimoniale, ma non si sa a quale soglia di livello. Una cosa è certa: sarà amara per tutti e specialmente per i più deboli. Un’altra cosa resta incerta: che fine farà l’Europa se veramente l’Euro dovesse collassare? Qua e là ho qualche mille lire a far da segnalibro.

Nessun commento:

Posta un commento