domenica 23 gennaio 2011

Magistratura-Berlusconi: è duello d'onore!

In un paese serio lo scontro Magistratura-Berlusconi dovrebbe concludersi con la decapitazione – politica, per carità! – di una delle due parti. A prescindere dalle nefandezze, vere o presunte, di Berlusconi e dalle persecuzioni giudiziarie, anche queste vere o presunte, da parte della magistratura, uno scontro di tale portata dovrebbe risolversi senza compromessi. Secondo regole cavalleresche o dei duelli d’onore: all’ultimo sangue!
Se Berlusconi si è macchiato ed ha macchiato l’istituzione che rappresenta e la nazione tutta di quelle colpe contestategli, allora deve essere bandito da qualsiasi carica pubblica. Se, invece, è stata la magistratura a farsi parte politica e a perseguitare coi suoi potenti mezzi Berlusconi, allora quei giudici che ne hanno fatto parte siano condannati a vivere il resto dei loro giorni in qualche centro sociale di loro scelta. Se invece gravi colpe hanno sia l’una che l’altra parte, come probabilmente è, allora si puniscano entrambe nelle persone coinvolte, una volta per tutte.
Il mondo intero se la ride di un Presidente del Consiglio che organizza orge e festini nella sua casa e di una magistratura che fa politica. Sarebbe già grave se il mondo ci deridesse soltanto per una delle due cose; essere derisi per entrambe francamente è insopportabile. L’una cosa rende più appariscente l’altra, in un reciproco ingigantirsi agli occhi di tutti.
Non c’è chi non condanni la condotta di Berlusconi, ma non c’è neppure chi non si preoccupi dei comportamenti di certi magistrati, che si dimostrano impegnati in qualcosa che gli austriaci nella prima guerra mondiale chiamarono Strafexpedition (spedizione punitiva). Lo stesso Presidente della Repubblica, nel parlare di turbamento, non può rivolgersi che alle due parti.
Ormai è di tutta evidenza che le ragioni dell’una e dell’altra parte non contano nulla in confronto agli interessi della nazione. Il popolo italiano è stanco di sentirsi come ad una lotta tra galli e a fare il tifo per l’uno o per l’altro.
Cosa assai grave il constatare come in questo paese non esistono più autorità tali da poter intervenire con autorevolezza e forza. La Chiesa si limita a generici richiami; la Presidenza della Repubblica ad altrettante generiche preoccupazioni. Gli organi superiori della magistratura esprimono un interesse corporativo e politico degno di miglior causa. L’intellighenzia è divisa sugli spalti ed ha perso di credibilità. I figli di Berlusconi, che potrebbero intervenire sul genitore per essere risparmiati da tanto fango che piove loro addosso, non riescono a dire né ai né bai. Le stesse forze politiche alleate di Berlusconi non riescono a fargli capire di avere comportamenti più decorosi per il bene e l’interesse di tutti e si schierano in sua difesa come se fossero alle Termopili.
Mi chiedo dove è andata a finire la destra etica e sociale in questo paese; la destra della legalità, una volta diffusa in tutti gli strati sociali. Condannata a trasformarsi in forza di governo, la destra politica che si rifaceva allo Stato etico e allo Stato sociale, oggi, ha perfino paura non dico di guardarsi indietro, per non trasformarsi in Gorgone, ma addirittura di volgere lo sguardo a lato per vedere qual gente si ritrova accanto.
La componente ex missina ed ex aennina, quella rimasta immune da fughe verso un truffaldino ignoto moderno ed europeo del Frègoli-Fini, non impone a Berlusconi di comportarsi in maniera più composta, dal momento che non è solo in gioco la sua personale reputazione ma anche quella di tutta la parte politica che rappresenta, nell’insieme e nei singoli, e dell’intera nazione.
C’è una parte della classe politica di centrodestra che è di tutto rispetto, che rappresenta davvero la parte migliore del processo di trasformazione della politica di questi ultimi anni. Mi riferisco ai tanti ministri che hanno dimostrato non solo di saper fare i ministri ma hanno avuto anche una condotta esemplare come uomini privati e pubblici. Tremonti, Maroni, Frattini, Gelmini, Brunetta, Carfagna, Alfano, Prestigiacomo, La Russa, possono piacere o non piacere, ma non risultano nelle cronache del pettegolezzo e della malversazione. Perché non si fanno forti di questa loro riconosciutagli autorevolezza, conquistata sul campo, per pretendere da Berlusconi maggiore rispetto delle regole, adeguata prudenza nei comportamenti pubblici e privati, una maggiore oculatezza nella scelta di certi frequentatori della sua casa?
Non si capisce che rapporto possano avere gli ex missini con gente depravata e degenerata come le losche figure chiamate in causa in questi giorni. Una volta a destra si aveva ribrezzo per puttane, magnacci e affini, perché poi tali sono frequentatrici e frequentatori di Berlusconi. Oggi, invece, inspiegabilmente, a destra si ritiene che frequentare simile gentaglia è segno di emancipazione politica e conquista di credibilità democratica. Quando mai sono stati liberali e garantisti i missini quando era in gioco il superiore interesse della nazione?
I cittadini si sentono non solo schifati e preoccupati da quanto sta succedendo nel nostro Paese, ma singolarmente non c’è chi non si senta mortificato nell’immaginare un uomo come Berlusconi, che per altri aspetti ha dimostrato di essere uomo di valore e di grandi risorse umane, mettere il suo onore e il suo destino politico fra le gambe di quattro insulse zoccolette e nelle mani di qualche rivoltante lenone.
Per altro verso non c’è cittadino che non sia incazzato di brutto per una magistratura che non ha tempo e mezzi per risolvere i problemi giudiziari della gente e poi ha tempi e mezzi ad abundantiam per spiare in casa dei politici da perseguitare; per una magistratura che ottunde il senso dello Stato e gli interessi della nazione con un presunto inanimato automatismo giudiziario.
In un paese serio tutto questo non sarebbe accaduto, non accadrebbe. Nel nostro è condizione ormai abituale. Se vogliamo recuperare la giusta dimensione dobbiamo fare piazza pulita, incominciando dalla partita che si è aperta da sedici anni a questa parte: o Berlusconi o la magistratura deviata o entrambi devono essere puniti.
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