domenica 8 agosto 2010

Ma dietro a Fini chi c'è?

Berlusconi può piacere anche per l’insistente e ottusa persecuzione, cui è sottoposto da tanti anni e da tanta gente, anche – a dire il vero – rispettabile, uomini d’onore per dirla col Marco Antonio del “Giulio Cesare” scespiriano. Nei giorni in cui si consumava il divorzio con Fini, Giovanni Sartori – e dite voi se Sartori non è un uomo d’onore! – scrisse sul “Corriere della Sera” che sarebbe iniziato lo shopping di Berlusconi per accaparrarsi quanti più deputati possibile. A quanto pare, non solo non c’è stato shopping da parte sua, ma addirittura lo shopping lui l’avrebbe subito.
L’ultima ad involarsi per altri lidi, non si sa come e non si sa perché, è stata Chiara Moroni, trentaquattresimo parlamentare finiano. Poteva dire la Moroni: signori, amici, onorevoli colleghi, il discorso che fa oggi Fini mi persuade di più, me ne vado con lui. Nessuno avrebbe avuto da obiettare. Invece ha cercato di nobilitare una patacca con un’argomentazione, che, oltre ad essere di cattivo gusto – non è mai una bella cosa servirsi dei morti, neppure quando sono i tuoi – non sta né in cielo né in terra. “Per mio padre – ha detto non ci furono garanzie di sorta; per Caliendo tante, mi astengo e me ne vado”. In buona sostanza questa la sua giustificazione. E che c’entra? Proprio perché non si ripetessero tragedie simili a quella di suo padre, il PdL si è schierato a difesa di un uomo che al momento ha solo ricevuto un avviso di garanzia. La Moroni, proprio per questo, avrebbe dovuto votare in favore di Caliendo, sapendo di votare in favore di suo padre e onorarne la memoria.
Ma il caso Moroni è di quelle lampadine che illuminandosi permettono di vedere anche in quelle zone d’ombra dove prima non si riusciva a vedere. Intanto nessuno ha dato atto a Berlusconi che non ha fatto shopping, nessuno gli ha chiesto scusa per l’ingiusto sospetto, ed anzi si sono tutti compiaciuti che il furbastro, questa volta, è stato ingannato dai suoi servetti, i quali fanno come i cortigiani ricordati dall’Ariosto, pronti a dirgli che ha ragione “se ben dicesse c’ha veduto il giorno / pieno di stelle e a mezzanotte il sole”. Essi gli avevano assicurato che con Fini c’erano soltanto quattro gatti.
Dunque, niente scuse. Berlusconi è uno di quei personaggi che giustificano qualsiasi cosa gli venga detta o fatta contro, tutto e più di tutto l’odio infinito, immotivato, senza se e senza ma, come direbbe l’on. Casini dopo aver premesso che lui è una “persona seria”. Ingannato Berlusconi? Che goduria e ben gli sta!
Ma è stato davvero ingannato Berlusconi? Non pare. Quattro gatti erano i finiani, ed erano anche troppi, perché dirsi finiano non è un bell’affare, è come dirsi seguace del nulla, una sorta di nichilista taroccato in Cina. Se è arrivato a contare ben trentaquattro deputati e dieci senatori – 44 gatti in fila per sei col resto di due… sfotticchiava qualche giorno fa Gian Antonio Stella sul “Corsera” – è perché c’è qualcun altro che ha fatto shopping per lui. Proprio l’immotivata scelta della Moroni fa pensare che dietro questo andare dietro al nuovo pifferaio ci sono le pressioni, le lusinghe, le promesse di chi sa chi e chissà perché. I tempi che verranno non saranno lontani e soprattutto non saranno avari di informazioni o di rivelazioni.
Fini dice di avere le idee molto chiare. Può essere che lo dica per farsi coraggio, come quando si canta al buio per darsi un tono. Lui lo fa spesso, ora toccandosi il bordo della giacca o la cravatta, ora guardando il cellulare, ora stringendo la bocca in un gesto di contegno psicologico. E’ la sindrome di chi sa di trovarsi in un posto sproporzionato alle sue capacità. E’ una storia vecchia. Certe situazioni si ripetono. Fu Almirante a metterlo in un posto immeritato. E’ stato successivamente Berlusconi. In crescendo, chi vorrebbe oggi metterlo in un posto che certamente, come i precedenti, è regalato? Penserei a Benedetto XVI se Fini fosse un ecclesiastico; ma non lo è…ancora! Può essere perciò che lui sia al centro di una macchinazione politica, di quelle molto importanti che in genere si mettono in essere per impedire che accada qualcosa o per farne accadere un’altra altrettanto importante, una macchinazione alla grande.
Su Berlusconi grava oggi qualche Catone importante, a parte le caterve di figuranti che si agitano e si contorcono nell’opposizione, il quale non ha il coraggio o forse non può esordire in Senato: Berlusconus delendus est.
Facciamo un’ipotesi. E se si volesse fermare un processo che sta portando pericolosamente il Paese verso la divisione proprio nell’anno del 150° anniversario dell’Unità? Non è tanto il federalismo, che, se applicato nella condivisione e nel rispetto di tutti, potrebbe anche sortire effetti positivi; è il clima che è stato creato nel Paese di feroce – vorremmo dire antipatica, ma forse il termine sarebbe inadeguato – contrapposizione tra il Nord della Lega, che Berlusconi cavalca per ragioni di stabilità governativa, e il Sud di quasi un nuovo ciellenismo, in cui ci sono proprio tutti. Al centro di questa operazione, che è assai più arrischiata di quella che potrebbe scaturire da un normale lasciar fare verso un esito federalistico perseguito da anni, potrebbe esserci lui, il Fini. Se così fosse – e per la verità stento a crederci – lui avrebbe l’opportunità di diventare nientepopodimeno un padre della patria. Dite voi, vi sembra possibile? No, dico: un Fini, padre della patria? E che patria sarebbe mai?
Torno in me e mi dico: forse hai passato gli anni della tua formazione a mitizzare anche le mediocrità. Non sarà che ora gli anni e le cose che hai visto ti portino a dissacrare anche le divinità? Non lo so. Ma uno che, per aver perso il ruolo di “successore di Cesare”, si scopre l’alfiere della questione morale mentre, per sé, ha comportamenti immorali – e non penso solo alla casa di Montecarlo – è credibile? No. Ma se c’è ancora chi crede in lui, vuol dire che qualcosa si muove nell’ombra. Dove è arrivata la luce della lampadina accesa involontariamente dalla Moroni, che, per onorare suo padre, avrebbe voluto vedere il sottosegretario Caliendo appeso ad una corda, morto suicida per la disperazione. No, non è possibile!
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