sabato 7 giugno 2025

Col decreto sicurezza stiamo più sicuri o no?

Il Parlamento ha approvato il decreto sicurezza che prevede nuovi tipi di reato e inasprito le pene. Le opposizioni hanno dato battaglia e…spettacolo, coi parlamentari sdraiati per terra sotto i banchi del governo. Da una parte le promesse del governo che d’ora in poi gli italiani saranno più protetti, dall’altra le opposizioni che hanno denunciato provvedimenti da Stato autoritario. Evidentemente c’è un esagerato ottimismo da una parte e un esagerato pessimismo dall’altra. Partiamo da quest’ultima. È veramente uno Stato autoritario quello che si provvede di strumenti giuridici per far vivere più al sicuro i suoi cittadini più esposti? Tutto è relativo. Le leggi possono essere applicate cum grano salis, in maniera equilibrata, e possono essere, in determinati momenti, applicate con severità. Dipende anche dalle situazioni. Ci sono malattie che si possono curare con la medicina, altre con la chirurgia; alcune con dei palliativi, altre con dosi massicce di farmaci. Non dimentichiamo inoltre che ad applicarle le leggi sono i giudici, i quali, nella loro libertà, possono anche svuotare una legge della sua forza. Recentemente i giudici romani hanno assolto i responsabili di aver sporcato con vernice nera la famosa Barcaccia perché in fondo non l’avevano poi tanto sporcata, non l’avevano resa tanto scura. E di queste sentenze ne sentiamo che ne sentiamo! In questi ultimi tempi nelle città si sono aggravati certi fenomeni di malavita: occupazioni abusive di case, borseggiatrici nei luoghi pubblici, aggressioni personali di cittadini, raggiri di indifese anziane signore, a cui i malviventi sottraggono soldi e oggetti preziosi con l’inganno e la paura, diffusa manovalanza di delinquenti e spacciatori, risse, accoltellamenti, invivibilità delle città specialmente dal calar della sera al giorno successivo, interi rioni invivibili. Questo lo si vede nei dibattiti televisivi, che sono le uniche possibilità per far conoscere queste realtà altrimenti rimarrebbero sconosciute ai più. Il governo ha risposto, come è suo compito, con un provvedimento ad hoc. Le opposizioni hanno sostenuto che già le leggi c’erano e che non c’era alcun bisogno di farne altre. Altre, che stando alla loro denuncia, potrebbero essere pericolose ove ci fosse un governo che quelle leggi applicasse con rigore, anche persecutorio. Insomma, per le opposizioni il decreto sicurezza non serve per rendere più sicura la vita ai cittadini, ma è uno strumento nelle mani del governo che potrebbe usarlo, senza violare la legge, contro normali forme ed espressioni di democrazia. Il decreto prevede anche pene severe per quei reati che attengono manifestazioni non autorizzate, occupazione di locali pubblici, interruzione di pubblici servizi. Fenomeni questi che in genere hanno per protagonisti giovani e giovanissimi. Si pensi all’occupazione delle scuole o ad alcune marce per protesta o per solidarietà, che spesso finiscono col degenerare. La risposta alle opposizioni che ancora una volta hanno gridato “al lupo! al lupo!” è che un governo deve regolarsi a seconda delle esigenze dei cittadini. Il ragionamento dei partiti di maggioranza è che la gente li ha votati perché vuole da loro mantenere le promesse fatte. Fra queste promesse c’erano sicuramente ordine e sicurezza. Il governo non ha fatto altro che rispondere alle aspettative della gente che lo ha votato. E veniamo all’eccessivo ottimismo del governo. Davvero queste leggi risolveranno il problema sicurezza? Non bastavano quelle che c’erano? In Italia spesso invece di applicare una legge esistente si sceglie di farne una nuova, come se il problema fosse della legge che non c’era. In un certo senso le opposizioni non hanno torto quando sostengono che con questo decreto non cambierà niente sul piano pratico. In realtà in Italia da sempre non sono mai mancate le leggi, sono mancati quelli che le applicano con scienza e coscienza. Le leggi son – diceva Dante Alighieri ai suoi tempi – ma chi pon mano ad esse? L’aspetto curioso è che su questo convengono sia la maggioranza che l’opposizione, nel senso che sono tutti convinti che i giudici che dovrebbero applicarle le leggi, le leggono prima di tutto a modo loro e poi le applicano secondo criteri politici, di opportunità, sicché alla fine tutto resta come era. Le manzoniane grida poco o nulla servono, specialmente in un paese come l’Italia, dove tutto si stempera nel nulla. Vedremo quanto prima se hanno avuto torto gli ottimisti del governo o i pessimisti dell’opposizione. Forse, più che ottimisti o pessimisti, occorre essere semplicemente scettici.

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