sabato 3 agosto 2024

I dolori di Frau Ursula e le licenze della sora Giorgia

C’è un modo di dire da noi salentini che pressappoco suona così: «ogni mucchiu è nnu turchiu», cioè ogni mucchio di cose che ben non si distinguono è un turco. Ciò sottolinea la paura atavica di noi salentini per i turchi, per cui qualsiasi cosa che non si veda bene è scambiata per un turco. Dopo la devastante esperienza dei fascismi nel mondo, nel corso del XX secolo, i turchi sono stati sostituiti dai fascisti, ed ecco che ogni politico che parla di Dio, patria, famiglia, ordine, produttività, efficienza, onore, tradizione, non si capisce di che cosa parli e si grida “mamma, i fascisti!”. Ho avuto personalmente la fortuna o la sfortuna, a seconda dei punti di vista, di vivere a Berna per due dei miei anni più formativi, dai quindici ai diciassette; e colà ho avuto modo di apprezzare il “fascismo”. Sissignori, tutto ciò che specialmente in Italia passa per fascismo ed è aborrito, da quelle parti è normale ordinamento di vita. Colà la democrazia, il liberalismo, il socialismo, il rispetto della persona e dello Stato, delle leggi e delle costumanze, sono un consolidato modo di vivere, accettato senza tanti arzigogolii filosofici ed ideologici. Arrivo al dunque, sperando che l’aperitivo non sia andato di traverso a qualcuno. Sarà stato un caso ma appena si è profilata all’orizzonte la nave con le vele nere della Meloni, con lei stessa sulla prora e i capelli biondi sparsi al vento, che sembrava l’eroina del Titanic, c’è stato dalla Rai un fuggi fuggi, come i topi che appena sentono il primo giro di serratura la mattina presto in un vecchio negozio scappano da tutte le parti. Non sto qui ad elencarli tutti i sorci scappati dalla Rai. Alcuni erano bravi, altri di meno. Le opposizioni hanno subito colto la palla al balzo e hanno gridato a Tele Meloni, non sapendo che dire, ponendo un problema che non esiste. Che però è esistito quando la Rai era tripartita: Uno-Dc, Due-Psi, Tre-Pci. E gli altri? Non avevano diritto, erano fuori dall’unione matrimoniale, pardon, costituzionale. Ma di quelli, chi se ne frega? Ringrazino Iddio che non sono stati reclusi a vita. Comprensibile che Frau Ursula von der Layen si sia allarmata e nelle sue note sullo stato di diritto nell’Unione Europea abbia attenzionato l’Italia. Ahi, ahi, ahi, liebe Ghiorghia, che mi combini? Nota: il suono della g in tedesco è sempre gutturale. La Ghiorghia le ha inviato una lettera in cui si fa le sue ragioni, semplicemente dimostrando che in Italia non c’è nessuna limitazione all’informazione pubblica. Chi se n’è andato dalla Rai lo ha fatto per motivi suoi, comprensibilissimi, che con la politica hanno a che fare ma non nel senso che si vorrebbe accreditare. E, poi, diciamo la verità: alcuni erano ormai dei vecchi ottoni. Il problema della libertà di stampa in Italia ancora esiste, nel senso che, laddove i direttori di giornale o di rete, privati, possono, operano da autentici dittatori e fanno le discriminazioni che vogliono. Giornali in cui si danno il cambio cinque o sei esponenti di sinistra, sistematicamente, nella totale assenza di esponenti di destra. I motivi dell’esclusione sono tanti e possono essere variamente giustificati. Solo in un modo non possono essere giustificati ed è quello della discriminazione politica quando così la si chiama perché così è. Chi si riempie la bocca, ed ovviamente la pancia, di democrazia e di libertà di parola e di pensiero, neppure si accorge del gesto che compie con la mano sconnessa dal cervello quando clicca su un file e lo porta nel cestino. Se fossi il fascista che molti dicono che io sia, direi bravo, hai compiuto un bel gesto, amico; ti capisco. E poco importa che l’hai fatto contro di me! Chi non la pensa come te non ha diritto di parola. Ma io sono io, starei per continuare alla Sordi…ma mi accorgo che sono gli altri a poter usare quel linguaggio nei miei confronti. Perché a non essere un cazzo sono io. Ora, per non pagare le quattro grane, come si diceva al tempo dei Borbone, dico che sono il fascista di Berna e che qui, in Italia, non so più chi sono. Mi guarderei bene dal dirmi fascista e non perché un Giuli al Maxxi mi porrebbe in una pozzanghera, mentre lui siede su poltrone dal fondo soffice e dai fregi dorati, o per non dover subire i rigori della legge, ma per non offendere i miei tanti amici bernesi, i quali di essere fascisti non passa loro neppure dalla mente, sono solo dei cittadini, che non si sognerebbero mai di affibbiare epiteti al prossimo allo scopo di escluderlo. Du, ja, lieber Ghighi – mi direbbero – du bist ein richtige Italiener.

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