sabato 9 marzo 2024

Imprese d'Italia: dossieranti e dossierati

A parti invertite, cosa avrebbero detto le sinistre a proposito del dossieraggio su personalità prevalentemente di centrodestra se i dossierati fossero stati prevalentemente di centrosinistra? Non sappiamo, ma possiamo immaginarlo. Avrebbero gridato all’avanzato stadio di autoritarismo fascista da parte del governo Meloni, tra spionaggio e manganellismo, e avrebbero gridato all’Ovra e ai tribunali speciali. Invece si sono limitate a dire, un po’ imbarazzate, che non si tratta di dossieraggio. Nooo? E allora, di che si tratta, di raccolta di figurine Panini? La famosa casa editrice sta lanciando una nuova raccolta, quella dei politici e dei personaggi del centrodestra? Se è così, mi prenoto per un album da riempire. Le spiate risalgono a pochissimi anni fa, quando si profilava per la destra una crescita importante. Fino a quel momento il centrosinistra si era sentito al sicuro. Era bastato l’antifascismo a renderlo invulnerabile. Ma quando si accorse che Annibale era alle porte, pensò subito di correre ai ripari. Il mezzo più collaudato per fermare il centrodestra, contro cui l’arma dell’antifascismo era spuntata, era lo spionaggio, lo scandalo, l’inchiesta giudiziaria. Il resto sarebbe venuto da sé. In quest’operazione, oltre alla solita talpa, si è particolarmente distinto il quotidiano “Domani” dell’ing. Carlo De Benedetti, il quale ad un certo punto licenziò il troppo molle Stefano Feltri e ingaggiò alla direzione il duro Emiliano Fittipaldi, esperto giornalista d’inchiesta. Chissà perché De Benedetti ce l’ha tanto con la destra da investire un po’ di soldi per fondare un giornale destinato a scomparire entro…domani. Fu nell’ambito dell’odio debenedettiano che uscirono alcune indiscrezioni sulla mamma e il papà di Giorgia Meloni, poi finite in un nulla di fatto. Chi sa di politica non si sorprende più di tanto. La politica è guerra senza armi. E un detto francese vuole che “à la guerre comme à la guerre”. Quando a scuola si studiava la storia lo sapevano tutti che era così da sempre e nessuno si stupiva di un colpo scorretto, di una promessa non mantenuta, dell’uso dei giornali, della propaganda, non per informare ma per malformare. Oggi non ci sono in Italia grandi leader politici. Ogni tanto ce ne ricordiamo. Ci sono i surrogati. I veri leader sono le Gruber, le Berlinguer, i Floris, i Porro, i Giordano, gli Amadeus, i maestri del fumo e dei fumogeni. Ma guai se glielo dici o glielo fai lontanamente capire. Sono talmente permalosi da scatenare una rissa in diretta, arroccandosi dietro la libertà dell’informazione e della loro neutralità adamantina, perché questa gente è davvero convinta che gli altri sono così allocchi da non capire con chi hanno a che fare. Ora, raccogliere notizie sui singoli cittadini è normalissimo compito degli organi preposti in una cornice di legalità. Lavorano per la sicurezza dello Stato e dei cittadini. A maggior ragione sono attenzionati i politici, i quali, nel bene e nel male, quel che fanno interessa l’intera nazione. Niente perciò di cui meravigliarsi se si scoprono i dossier. Ma si dà il caso che nella fattispecie i mandanti a spiare gli uomini del centrodestra non sono proprio quelli dell’intelligence di Stato, ma forze politiche avversarie, e le notizie non le raccolgono per la sicurezza nazionale, ma per colpire avversari politici. E allora, pur senza farci venire mal di cuore per la rabbia, osserviamo che quando la lotta politica arriva a questo punto la situazione è grave. Matteo Renzi, vittima del dossieraggio in parola, ha evocato, come fece Giacomo Matteotti cento anni fa alla Camera per ben altri soprusi, le metodiche in uso delle dittature sudamericane. Non è ammissibile che in democrazia si possa colpire un avversario politico con armi improprie come la delazione e la diffamazione realizzate attraverso attività illecite. Quando ciò accade gli argini stanno per cedere. L’Italia, che troppo spesso cita le sudamericanate per stigmatizzare certi comportamenti, farebbe bene oggi a prendere di petto questo problema prima che il poco gradito marchio d’eccellenza passi dal Sud America a lei. I cittadini devono sentirsi al sicuro dalla vigilanza delle forze di sicurezza e non esposti a sempre possibili sputtanamenti o ad accuse il più delle volte inventate che, però, prima di dimostrarlo che sono inventate, producono guasti. Che tra gli spiati ci fosse anche qualche sparuto personaggio non riconducibile all’area politica di destra e alcuni rappresentanti del mondo dello spettacolo e dello sport, che nulla c’entrano con la politica, può far pensare ad un tentativo di depistaggio. E infatti Giuseppe Conte, tra i pochi “attenzionati” non di destra, ha detto: e allora io?

Nessun commento:

Posta un commento