sabato 16 marzo 2024

Comunisti? Punto e daccapo!

Un indizio è un indizio, diceva Agatha Christie, due indizi sono due indizi, tre indizi sono una prova. A distanza di oltre mezzo secolo gli studenti di sinistra, chiamiamoli così, pur sapendo che non tutti sono studenti, hanno occupato le università. Entra e parla chi vogliono loro, gli altri se ne vanno con la coda fra le gambe per evitare il ritorno alle spranghe di ferro e alle chiavi inglesi. Ma se continuiamo di questo passo si arriverà anche questa volta agli scontri violenti. E allora la colpa sarà come sempre dei fascisti, tanto più che oggi sono al governo. Ne ha dato prova la professoressa dell’Università La Sapienza di Roma Donatella De Cesare, la quale ha chiamato squadristi alcuni giovani che in silenzio prima di una lezione le hanno fatto vedere i volti di quelli ammazzati dalla terrorista Balzerani della quale lei, in occasione della di lei morte, aveva detto di aver condiviso la stessa rivoluzione. Erano giovani innocui di Forza Italia, niente da paragonare a quelli che prendono di peso e cacciano via l’indesiderato ebreo o fascista dall’università, dalla scuola o dalla piazza. Questa volta la motivazione delle occupazioni è la Palestina, che a loro pensamento merita di occupare tutto il territorio dopo aver buttato nel Mediterraneo e nel Giordano tutti gli ebrei, i maledetti ebrei. È toccato al giornalista Davide Parenzo essere impedito di parlare, poi al direttore di “Repubblica” Maurizio Molinari. E sempre per lo stesso motivo: siete ebrei! Non ne avete il diritto! E dire che tutti questi padroni del campo sono sono vissuti di rendita in tutti questi anni con la Shoah e tutto il resto dell’armamentario sionista. Ai paradossi delle sinistre siamo ormai abituati. Ti pestano i piedi e ti accusano di aver messo i tuoi piedi sotto i loro. Manco il comico Franco Franchi nella scena di un film parodistico sul far west. È violenza solo quella che subiscono loro, quella che producono loro è manifestazione di libertà. Se in qualche università interviene la polizia per far rispettare la legge e la libertà di tutti e vola qualche manganellata ecco che insorgono le sinistre cosiddette democratiche, legalitarie a dar man forte ai violenti e agli estremisti. È un gioco che conosciamo molto bene. La giustificazione ce l’hanno, è sempre la stessa: hanno vinto, erano dalla parte giusta, per cui chi era dalla parte sbagliata deve tenersi le violenze e le angherie come cosa normale, democratica, pedagogica. E se le mazzate le prendono sul groppone, devono stare zitti, perché la colpa di chi li pesta è sempre loro che continuano a voler stare ancora dalla parte sbagliata. Questi maestri del pensiero distorto nulla dicono sull’aggressione russa all’Ucraina. Sono nostalgici della Russia sovietica e in Putin vedono il loro Stalin, il loro Kruschev, il loro Breznev. Hanno fermi gli orologi al mito del comunismo universale, a Trotzky. Si scoprono ammiratori di papa Francesco, che invita gli ucraini ad alzare bandiera bianca davanti alla Santa Madre Russia e inneggia al cristianesimo pauperista che per silloggismo d’osteria s’identifica col comunismo. Non sono rigurgiti i movimenti estremisti di sinistra dei giorni nostri. Ormai i centri sociali sono presìdi urbani fissi che all’occorrenza scatenano violenza, oggi assai più motivati di quelli di ieri, forti delle truppe Lgbt, femministe ed anarchiche. Essi non hanno mai smesso di tenere le città in disordine, di infrangere vetrine, di bruciare auto, di minacciare anche fisicamente le persone. Per ora le cose sono sotto controllo, neppure se ne parla di interventi per riportare l’ordine e la libertà nelle università. Probabilmente è il prezzo da pagare per evitare che l’intervento legittimo, doveroso, delle forze dell’ordine crei nuove speculazioni politiche. Ma se puta caso qualche esponente del centrodestra volesse tenere una conferenza in qualche università occupata che accadrebbe? Quello che accadde alcuni mesi fa quando gli studenti estremisti impedirono di parlare al giornalista Capezzone. Intervenne la polizia e volarono le manganellate. Subito si gridò alla repressione del governo, non degli studenti occupanti. Un governo, come quello di Giorgia Meloni, è nato con lo stigma della forza, per cui basta qualche manganellata della polizia a difesa della legalità che subito si grida al lupo al lupo fascista. C’è sempre chi ascolta gli allarmi e li traduce in polemiche contro il governo. Che di fronte a sé ha due strade: non fare niente in difesa della legalità, ed è il quieto vivere; o fare quel che deve fare, ed è il…fascismo. Scegliete voi.

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