sabato 12 novembre 2022

Nell'Europa dell'ognuno per sé

L’ira funesta di Emmanuel Macron nei confronti dell’Italia per essersi rifiutata di accogliere i migranti della nave Ong Ocean Viking, dirottati al porto francese di Tolone col suo stesso consenso, non è stata solo sproporzionata ma anche rivelatrice di una personalità umorale e vanitosa. La grandeur, il gallico senso di superiorità, si è sentita svilire. Marine Le Pen e i sovranisti francesi lo hanno subito attaccato per aver accolto migranti che l’Italia non aveva voluto, costringendolo a dire che non l’avrebbe fatto mai più e a inviare 500 agenti della Gendarmerie ai confini con l’Italia, per prevenire altri arrivi di migranti via terra. Poi Macron ha chiesto all’Europa di interrompere con l’Italia ogni accordo sui migranti, mentre il suo ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha accusato l’Italia di “mancanza di umanità” e il suo omologo italiano di “mancanza di professionalità”. E poi dicono Putin..! Tutto questo è inaudito. Per restare all’anno in corso, dal primo di gennaio ad oggi, l’Italia ha accolto 90.000 migranti e secondo gli accordi di giugno l’Europa avrebbe dovuto ricollocarne 8.000, 3.500 dei quali in Francia, ma a tutt’oggi solo 117 di essi hanno lasciato l’Italia. Diplomazia vuole che si dica che va tutto bene. Dire, invece, come stanno veramente le cose si rischia la rottura. E rottura è stata. Avrà fatto male Salvini ad esultare con una delle sue frasi trionfalistiche, “l’aria è cambiata”, ma Macron si è rivelato semplicemente immaturo. Solo l’arroganza tipica dei francesi poteva arrivare ad accusarci di disumanità. Da anni l’Italia, grazie al lasciar fare di tanti governi che si sono succeduti, di centrodestra e di centrosinistra, ha accolto centinaia di migliaia di migranti, mentre in barba agli accordi europei sulla loro ricollocazione si è lasciato tutto scivolare nell’indifferenza. Oh, come sono bravi gli italiani! Nel frattempo la sicurezza dei cittadini nel nostro Paese è peggiorata. Le nostre città sono sempre meno vivibili. Le stazioni ferroviarie e dintorni sono accampamenti di migranti che non sanno né dove andare né cosa mangiare né dove bere né dove fare i loro bisogni. Purtuttavia questa gente, abbandonata a se stessa – l’accoglienza è un’altra cosa! – deve campare. Immaginiamoci come. Una porcheria indegna. Il governo Meloni ha voluto lanciare un segnale di discontinuità e porre il problema della migrazione clandestina sotto gli occhi dell’Europa intera in maniera diversa da come è stato posto finora. Questo aveva promesso agli elettori. L’Italia non può continuare ad affrontare da sola un fenomeno così vasto e complesso, non può essere più il porto franco di tutti. È vero che anche gli altri paesi europei hanno gli stessi problemi nostri, soprattutto Germania e Francia, paesi che vengono raggiunti per vie diverse dai migranti e ne hanno più di noi in termini quantitativi e percentuali, ma questo non rende meno grave la situazione. Perciò è nell’interesse di tutti risolvere il problema in maniera strutturale. L’atteggiamento finora avuto dai vari paesi europei è quello di ognuno pensi per sé, all’insegna dell’ipocrisia tipica di certe classi dirigenti, che i problemi del Paese più che risolverli li imbiancano. È di tutta evidenza che nessuno vuole i migranti, per lo meno gli irregolari o clandestini. Se così non fosse i vari governi europei non pagherebbero Turchia e Libia per trattanerli in casa loro. E non scomodino sentimenti umanitari questi signori, sanno perfettamente che i trattenuti in Turchia e in Libia vivono in condizioni disumane. Lo sanno, ma siccome non li vedono – come si dice? – occhio non vede cuore non duole. Turchi e libici ogni tanto bussano a denari e ci ricattano facendo partire fiumane di migranti. Le cosiddette navi Ong (Organizzazioni non governative), appostate h. 24, d’accordo con gli scafisti, li raccolgono in mare e ce li consegnano, con la formula “prendere o prendere”. Così assistiamo ad un’assurda invasione, contro cui le classi dirigenti europee, italiane incluse, hanno dimostrato di essere falsamente umanitarie e veramente incapaci. Macron sa bene di essere il Presidente di una Francia che non è padrona di tutto il suo territorio, se è vero che ci sono zone nelle varie città, le cosiddette banlieue, dove la polizia non può nemmeno affacciarsi. La sfuriata di Macron è il tipico fallo di frustrazione. Il governo Meloni vuole mettere fine a questo scandaloso processo di resa incondizionata. Fino ad ora i nostri governi, per non urtare la suscettibilità gallica o teutonica, hanno accettato tutto, ammantandolo di umanitarismo. Ultimamente, per garantire un posto a tavola per Draghi, e sentirci importanti al pari di francesi e tedeschi, abbiamo taciuto su tante cose. È tempo di cambiare. Ma per questo dobbiamo essere tutti d’accordo. La prima seria operazione da fare è eliminare le navi Ong. Questo non significa prenderle a cannonate, come qualche stupido ironizza, ma sapere chi le finanzia e per quali scopi, ed intervenire di conseguenza nei modi e nei termini più opportuni. La seconda operazione è regolare i flussi migratori, che significa accogliere solo quei migranti a cui siamo in grado di fornire lavoro e casa. Finché ognuno cerca di salvare il proprio orto continueremo a prenderci in giro e forse, continuando, prima o poi arriveremo a qualcosa di più. L’incidente della Ocean Viking è servito proprio per arrivare ad una rottura, a far esplodere il caso, che oggi è preludio di un vertice europeo per affrontare finalmente il problema.

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