domenica 18 settembre 2022

Giorgia Meloni delenda est

Tornano come i frutti di stagione ogni volta che c’è una campagna elettorale importante, specialmente quando la Destra sembra prossima ad un successo. Chi sono? Ma i difensori della Costituzione e della democrazia! Chi vogliono colpire? Ma Giorgia Meloni, la quale, come Cartagine per i Romani, “delenda est”, deve essere fermata, non ci sono santi. Perché Meloni non è fascista – si dice – ma è bene farla sembrare tale, chi vuol capire, capisca! È un’esplosione di iniziative: libri, giornali, trasmissioni televisive, spettacoli teatrali. Sono tutti contro il “delinquente Mussolini”, contro il fascismo “male assoluto”, accozzaglia di feroci assassini, dei quali da italiani bisogna vergognarsi. È un’autentica pandemia, una pioggia di virus sparati ad altezza d’uomo, per la quale non c’è vaccino che tenga. E che c’entra Mussolini con la Meloni? C’entra! Perché ai tempi della sua prima giovinezza disse che Mussolini era stato il più grande uomo politico del secolo. Per certi nemici non c’è acqua che passi! Il “Corriere della Sera” (15.10.2022) ha titolato a caratteri cubitali e policromi un articolo di Aldo Cazzullo sull’argomento: “La vergogna del fascismo”. È la presentazione del suo ultimo libro, intitolato, per l’appunto, “Mussolini il capobanda. Perché dovremmo vergognarci del fascismo” (Mondadori). Lo stesso Cazzullo ha rievocato la Marcia su Roma con una trasmissione televisiva su “la 7” (14.10.2022). Una cosa della quale c’è davvero da vergognarsi per la sua patente povertà di conoscenze, per le volute miserabili omissioni e per la volgarità degli intenti propagandistici. Con Cazzullo si è aggiunto un eroe. Targhisti, prendetene atto! Per questa gente migliaia e migliaia di studi e di ricerche sul fascismo, che hanno dato ben altre definizioni e spiegazioni del fenomeno in Italia e nel mondo, ben altra narrazione della sua storia, non contano niente, Renzo De Felice ha trascorso la vita a vendere merletti. Ma non basta. Potevano mancare i seminatori di sospetti? E così, a pochi giorni dal voto, scendono in campo i servizi segreti americani che la buttano sul chi coglie coglie: più di venti paesi nel mondo hanno ricevuto soldi dalla Russia, 300 milioni di dollari. E subito il pensiero corre all’Italia, ovviamente non a quella di Letta o di Renzi-Calenda ma a quella di Meloni, Salvini e Berlusconi. L’ex ambasciatore americano alla Nato, Kurt Volker, dà ad intendere a “la Repubblica” che nella lista c’è anche Fratelli d’Italia, salvo poi a smentire e rassicurare nero su bianco. Ma quando la bomba la butti, qualche effetto lo fa, specialmente nella propaganda. “Voce dal sen fuggita / più richiamar non vale” diceva il Metastasio. E infine, come era prevedibile, contro la Meloni e la Destra rispuntano il sangue e le brigate rosse. Il Presidente della Regione Puglia, Emiliano, dice che non passeranno, che dai suoi paraggi dovranno sputare sangue. Chi è il soggetto di non passeranno? Chi sono quelli che devono sputare sangue? Ma, ovvio: i fascisti, quelli che non dovevano essere evocati in questa campagna elettorale, perché sarebbe stato stupido e controproducente farlo: la Meloni non è fascista, l’Italia non corre pericoli fascisti (Letta, Calenda e compagni copyright). Ora i terroristi rossi, sempre in agguato a rispuntare in difesa della Costituzione e della democrazia (così dicono!), promettono alla Meloni di farle fare la fine di Moro. Lo scrivono sui muri oltre che nei social. E sempre più durante i comizi della leader di Fratelli d’Italia ci sono i disturbatori, che sanno di farla franca, non solo perché si sentono autorizzati da quel sentirsi superiori e in linea col potere costituito, ma anche perché a difendere la Meloni non ci sono più i ragazzi del Fronte della Gioventù, di cui la Meloni è stata agli inizi della sua carriera leader nazionale. Ma forse, sotto sotto, Letta e compagni sperano che qualcuno dei ragazzi del Fronte torni in piazza legittimamente a difendere la sua gente, le sue idee politiche. Così democratici e compagni possono dire: ecco, i veri fascisti non cambiano mai! Guido Crosetto, che di Fratelli d’Italia è stato cofondatore, ha messo in guardia fin dall’inizio della campagna elettorale il suo partito: di qui al voto gli avversari faranno di tutto, ma proprio di tutto, per impedire a Giorgia Meloni di approdare al risultato che il popolo italiano sembra volerle assicurare. Se riusciranno per ora non lo si può dire, ma che quel risultato possa essere contenuto e ridotto è certo. Come altrettanto certo è che i metodi usati sono sempre gli stessi, quelli di una democrazia tanto a modo alle apparenze e tanto spregiudicata nella realtà.

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