sabato 13 agosto 2022

La Fiamma missina: orgoglio e pregiudizio

Schierati su un vasto e variegato fronte gli uomini dell’establishment politico italiano, i “democratici”, impegnati nella battaglia elettorale per il voto del 25 settembre, dicono che l’Italia corre seri pericoli se dovessero vincere le destre, in particolare se dovesse vincere la Destra di Giorgia Meloni. Da dove nasce questa paura? In realtà essa non è nuova, è ciclica, è come una stella cometa che ricompare tutte le volte che ci sono elezioni politiche. L’abbiamo già vista tante volte ai tempi del Msi (Movimento Sociale Italiano) e di Giorgio Almirante. È un pezzo forte irrinunciabile della propaganda politica per così dire “democratica”, che vuole impedire ad un partito, in questo caso Fratelli d’Italia, di raccogliere legittimamente il premio del suo impegno. Questa stella cometa indica agli elettori la direzione da non seguire, tanto più questa volta, col partito della Meloni mai così vicino a vincere le elezioni. Di qui la mobilitazione generale del nuovo ciellenismo, con lo spiegamento in campo di tutte le forze politiche e culturali del campionario antifascista. L’ultimo cavillo è la fiamma tricolore che è nel simbolo di Fratelli d’Italia, ultimo aggancio, forse solo sentimentale, oltre che di pratica elettorale, che rimane del fu Msi. Secondo i suoi avversari sarebbe proprio la fiamma missina la prova del fascismo, da cui Giorgia Meloni non vuole recidere le radici. Cosa essa rappresentasse, posta su una base con su scritto MSI, non è stato mai definitivamente spiegato, lo si è lasciato intendere a chi a quel partito si sarebbe avvicinato, o per rappresentarlo nelle istituzioni o soltanto per votarlo. Ad una lettura senza pregiudizi quella fiamma faceva pensare alla speranza di mantenere in vita un’idea politica, di vederla crescere e farle raggiungere il massimo degli obiettivi politici: la rinascita della nazione dopo i disastri della guerra, l’idea di un’Italia da riscattare. Poca favilla gran fiamma seconda con le parole del Poeta. Un augurio, insomma. Per gli avversari, invece, non c’è alcun dubbio: essa vuole essere la fiamma che esce dalla bara di Benito Mussolini, il fascismo dunque per come si sarebbe potuto realizzare, per come oggi è. È dunque la prova che il partito della Meloni porta con sé il retaggio del fascismo e in quanto tale costituisce una minaccia per la Repubblica nata dalla Resistenza. Avevano promesso di non attaccare la Meloni per il suo “fascismo”, forse perché speravano che non ce ne fosse bisogno e che i sondaggi che la vedevano primeggiare sarebbero calati con la battaglia elettorale. Così, a quanto pare, non è stato e perciò essi sono tornati al solito fascismo minaccia della democrazia. A quanto pare è tutta colpa della Fiamma, essa perciò va eliminata. È quanto chiedono gli avversari a Giorgia Meloni per essere più credibile. È una richiesta pretestuosa, oltreche ingenua e inutile, solo il preludio a molte altre richieste che verrebbero dopo, fino al vero obiettivo, che è di mettere in difficoltà la Meloni e di farle perdere autorevolezza e consensi. La Fiamma missina non è prova di fascismo, ma del suo esatto contrario. Se per un verso essa esprime l’orgoglio di appartenere ad un partito che ha una lunga storia di battaglie politiche e di persecuzioni di ogni tipo, per un altro simboleggia una indiscussa crescita culturale e politica che si può definire veramente democratica. Oggi Fratelli d’Italia è un partito che dimostra senza rinnegare il suo passato, per quel poco che di esso rimane, di essere inserito appieno nel sistema democratico. Il partito dimostra l’assoluta normalità della dialettica democratica. C’è una classe dirigente al governo? Se essa ha ben operato va riconfermata. Se essa ha malgovernato va sostituita con una nuova che l’elettorato indica attraverso libere elezioni. Non ci hanno sempre detto che così funziona in democrazia? È quanto sta accadendo in Italia. Guai se non ci fosse alternativa ad una classe politica che ha governato male. E la prova del malgoverno del Pd (Partito democratico) e dei suoi alleati è proprio l’ascesa di un partito, che, benché posto sempre ai margini del sistema per i suoi presunti legami col fascismo, è riuscito a meritarsi il sostegno della gente e i riconoscimenti delle istituzioni internazionali. Ecco perché la fiamma missina non va abolita dal simbolo di Fratelli d’Italia né ora né mai, finché questo partito esiste come soggetto politico vivo. Tanto più che questo partito si dichiara conservatore e ha fatto della tradizione (Dio, Patria, Famiglia) oltre che un programma politico la ragione stessa del suo essere.

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