La gente non capisce perché mai
questo paese è così sgarrupato, sciatto, spensierato, strafottente, distratto,
smemorato e giocondo. Passano eventi drammatici come niente, assorbiti come
fatti normali. Si smette di parlare di migranti e di sbarchi più o meno
clandestini – occhio non vede cuore non duole! – perché l’ex Ilva corre il
rischio di chiudere, mandando a spasso migliaia di lavoratori, e l’acqua alta a
Venezia ha invaso la città devastando beni culturali e attività economiche. Nella
propaganda disastro scaccia disastro. Nella realtà disastro aggrava disastro.
Queste due emergenze hanno tenuto
banco per gran parte dell’autunno, ma né per l’una né per l’altra si è trovata la quadra. Per l’ex Ilva
è tragedia, perché le due parti che si fronteggiano – chi la vuole chiudere
perché produttrice di inquinamento e di morte e chi la vuole in attività perché
produttrice di lavoro e di vita – hanno entrambe ragione. Perciò è tragedia. L’Ilva
avrebbe dovuto fin dall’inizio evitare l’inquinamento. Poteva farlo. Altre acciaierie
in altre parti dell’Europa e del Mondo lo fanno regolarmente. Se l’avesse fatto
oggi ci sarebbe solo una parte in campo: quella della produzione di lavoro e di
vita. In Italia non è stato fatto. Chi doveva vigilare e controllare si è
fottuto i soldi, se n’è stato zitto in cambio di danaro, all’insegna dell’umma-umma.
Anche a Venezia le due parti –
pro e contro il Mose – hanno entrambe ragione; ed anche lì è tragedia. Il Mose
è il sistema che dovrebbe chiudere la laguna e non permettere all’acqua alta di
invadere la città; ma si dice che sia diventato già vecchio senza neppure
essere entrato in funzione, che si prevede nel 2021. Hanno speso 5 miliardi e
mezzo, hanno fatto invecchiare il sistema, senza neppure vedere se
effettivamente funziona o meno. Mentre si constata amaramente come in una delle
città più belle e importanti del mondo non si riesce a risolvere un problema
che altrove hanno risolto. In Olanda, nei Paesi Bassi, la terra è difesa da un
sistema di dighe che la preserva dalle inondazioni. Nell’Italia di Leonardo da Vinci
e di Galileo Galilei ancora si teme l’acqua alta; e non solo a Venezia. A
Matera, città che vantava un sistema naturale di smaltimento delle acque, è
successo il finimondo con le alluvioni di metà novembre. Anche a Venezia si
sono fottuti i soldi senza far procedere i lavori. Se il Mose fosse stato
fatto, oggi in campo ci sarebbe una sola parte, quella dell’acqua alta
trattenuta fuori laguna mentre la città sarebbe bella e asciutta per la gente
che lavora e che viene da lontano per vederla.
Ma che cazzo di paese è questo?
Nell’Alto Adige crescono le provocazioni contro l’Italia senza che nessuna
autorità si levi per denunciare e avviare le opportune azioni penali. Ma non è
obbligatoria l’azione penale in presenza acclarata di un reato? Dove sono, che
fanno i magistrati italiani? E c’è addirittura chi, in Italia, come il
direttore di “Libero” Vittorio Feltri è su posizioni filoaustriacanti! Ma non
c’è un Ordine dei Giornalisti per richiamare all’…ordine un suo iscritto che si
permette di schierarsi in favore di chi insulta l’Italia e i suoi simboli? O
tutto è lecito in questo paese?
Dai fatti alle idee. C’è ancora
democrazia in Italia? Abbiamo un governo fondato sulla coincidenza degli
opposti, laddove la coincidenza sta nell’evitare di rinnovare il Parlamento per
paura che vinca una delle parti che il paese nei sondaggi ha chiaramente detto
di preferire. Ma la vogliamo guardare in faccia la realtà? Ancora oggi, in
Italia, si fonda un potere politico sulla delegittimazione dell’avversario.
Come dire: dobbiamo mangiarci una sbobba indigesta se non vogliamo buttarci
dalla finestra. E non possiamo neppure dirci più contenti se il salto dalla
finestra è vero o se è solo un bluff per spaventare gli italiani.
Già, la politica dello spavento!
Oggi a spaventare gli italiani per gli onorevoli signori del potere, che non
vincono le elezioni da più dieci anni e continuano a stare al potere, sarebbe
Salvini. E non bisogna dire queste cose per non fare il gioco di Salvini! E non
si deve votare fino al 2023 per poter eleggere un nuovo presidente della repubblica
“nostro”, perché se lo elegge Salvini saranno guai! Salvini è il nuovo mostro
della politica italiana. E’ il “vecchio” che spaventa i bambini, “barbablù” che
scanna le ragazze, l’assassino seriale delle regole democratiche. Un paese in
cui non c’è un’alternativa a chi detiene il potere, legittima quanto quella di
chi detiene il potere, non è democratico, a prescindere dalle ragioni, vere o
inventate che siano. Se sono vere è meno grave che se sono false, perché
vorrebbe dire che si fanno governi fraudolenti e prevaricatori.
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