Il secondo giro di consultazioni
da parte del Presidente Mattarella, per dare inizio ad un governo dopo il voto
del 4 marzo, ha fatto registrare l’ennesima berlusconata. Che ha spiegato anche
perché al primo giro le tre componenti del centrodestra si erano presentate
separatamente. Meglio primo in casa sua, avrà pensato Berlusconi, che comprimario
in casa d’altri.
Come ha spiegato bene Bruno Vespa
su “La Gazzetta del Mezzogiorno” di sabato, 14 aprile, Berlusconi non è
assolutamente capace di adattarsi al ruolo di spalla. Ed ora, costretto dagli
eventi ad esserlo, avendo preso alle elezioni del 4 marzo meno voti di Matteo
Salvini, leader della Lega, si abbandona a comportamenti tanto infantili quanto
patetici. Spesso non si rende conto che a voler dimostrare di essere ancora
protagonista mette maggiormente in evidenza il suo essere comparsa.
Usciti dal colloquio con
Mattarella, i tre rappresentanti del centrodestra, Salvini Berlusconi Meloni,
dovevano fermarsi per il breve comunicato alla stampa. Prima che Salvini
prendesse la parola, Berlusconi, rivolto ai giornalisti, ha detto che a leggere
il comunicato sarebbe stato Salvini e raccomandava l’alleato di essere preciso
sulle parole. Rimarcando l’evidenza. Non contento faceva teatro, con smorfie e
gesti, mentre Salvini leggeva; e al termine, spostando fisicamente Salvini e la
Meloni, tornava indietro, riprendeva il microfono per invitare i giornalisti a
saper distinguere tra chi è veramente democratico e chi non conosce neppure l’abc
della democrazia, alludendo ai Cinquestelle. Insomma Berlusconi, che non doveva
parlare, ha finito per essere il protagonista assoluto. Gli è andata male, non
solo perché la Meloni uscendo lo ha atteso dietro una tenda per dirgliene
quattro, ma anche perché la Lega ha fatto sapere al M5S di aver preso le
distanze da quella che Di Maio avrebbe poi definito una “battutaccia”.
Francamente Berlusconi, al netto
di tutte le cose subite, a torto o a ragione, non è qui la sede per parlarne,
ora, a ottantuno anni suonati, è tempo non che si metta da parte ma che faccia
la persona seria. Accetti di essere quello che realmente è o, se non gli
aggrada la cosa, allora sì, si metta da parte. Se già il Berlusconi verde era
discutibile, il Berlusconi grigio lo è ancora di più. Se il primo faceva arrabbiare,
il secondo fa ridere gli avversari e fa diventare rossi di vergogna gli amici e
i sostenitori.
La percezione che ora ha di lui
il Paese è di essere non solo un ostacolo al formarsi di un governo ma un
impedimento a che gli stessi uomini e donne del suo e dei partiti alleati siano
liberi di esprimersi e di comportarsi come più opportuno. La sceneggiata del
Quirinale ha fatto arrabbiare anche gli elettori del centrodestra. Coi suoi
comportamenti la coalizione non è una cosa seria.
Detto questo, nulla cambia nel
considerare Forza Italia, il partito del quale ancora è incontrastato leader, una
componente centrale dello schieramento. Condivisibile o meno, è certo
rispettabilissima, con voce in capitolo nelle scelte politiche e nella
rappresentanza in un probabile governo che la comprenda. Senza
Berlusconi leader invadente, protagonista di sceneggiate
mortificanti, il partito avrebbe più credibilità e rispetto. Cose delle quali
oggi Forza Italia ha più bisogno, trovandosi ad uno snodo importante e decisivo
della sua storia.
La sua personalità, egocentrica e
straripante, rischia di danneggiare il partito. Di questo dovrebbe
preoccuparsi, non della sua posizione all’interno dello schieramento. Il suo
braccio di ferro con Di Maio lo vede purtroppo soccombere non per sua debolezza
ma per le condizioni ambientali in cui si verifica. Ogni cosa ha il suo tempo.
Il tempo di oggi non lo favorisce. La fuga degli elettori verso la Lega, già
avvenuta il 4 marzo, potrebbe diventare esodo di massa se dovesse continuare a
proporsi come un vecchio don poponico, versione maschile della pirandelliana
donna poponica. E sarebbe veramente una perdita importante per la coalizione,
perché Forza Italia rappresenta la componente moderata, sicura difesa degli
interessi europei e occidentali; bilancia degli spostamenti antieuropeisti e
filorussi della Lega.
Ormai appare assai probabile che,
dopo le elezioni regionali nel Friuli-Venezia Giulia di domenica, 29 aprile,
quando probabilmente la spunterà il candidato della Lega, Massimiliano Fedriga,
coi voti della coalizione, Salvini si sentirà libero di fare il governo con Di
Maio, con o senza Forza Italia.
Allora inizierà un’altra storia,
nella quale Berlusconi potrebbe avere solo l’opportunità di chiudere in maniera
seria e dignitosa la sua esaltante carriera politica.
P.S. Alessandro Di Battista ha
dato del dudù a Salvini per il suo rapporto con Berlusconi. Da quale pulpito!
Lui e tutti gli altri del M5S sono ancora cagnolini al guinzaglio di Grillo.
Buon per loro che, non rendendosene conto, sono dispensati dal vergognarsene.
Nessun commento:
Posta un commento