domenica 2 febbraio 2014

I giorni della merla, ovvero del...Grillo


Più che grillini da oggi in poi bisognerebbe chiamarli merlotti. Sono i deputati del Movimento 5 Stelle, che si sono scatenati negli ultimi giorni di gennaio – i giorni appunto della merla – in uno spettacolo indecoroso che non ha precedenti nella pur tumultuosa Camera dei Deputati.
Spinte, schiaffi, ingiurie, minacce, volgarità irriferibili in un tumulto che ha fatto ricordare l’inferno dantesco: «Diverse lingue, orribili favelle, / parole di dolore, accenti d’ira, / voci alte e fioche, e suon di man con elle / facevano un tumulto…».
C’è stato di tutto, perfino una bella manata del questore della Camera Stefano Dambruoso di Scelta Civica alla deputata grillina Loredana Lupo, che pensava davvero che essendo donna sarebbe stata risparmiata. E su tutto e tutti hanno roteato come manganellate le minacce che gli scalmanati si reciprocavano, dandosi addosso del «fascista!» e dello «squadrista!».
La deputata pidiellina Alessandra Moretti, così bella e dolce, si è lasciata tentare dalla Gruber di ripetere un’espressione che non fa onore a chi l’ha detta e men che meno a lei che l’ha riferita in televisione. «Mamma, mamma – ha chiesto un bimbetto sentendola a casa – che cosa sono i pompini?». Ma non doveva diventare migliore il dibattito politico con la presenza delle donne? Mah, nemmeno nei bassi napoletani!
Sgombriamo il campo. Fascisti non ce ne sono più; ci sono stati fino a qualche anno fa dei sopravvissuti, poi chiamati dal Signore uno dopo l’altro a rendere conto dei loro peccati. Sopravvissuti in territorio nemico, li chiama uno di loro, il grande musicologo Piero Buscaroli. Poi più nessuno. E’ rimasto il nome, che non significa più nulla, dato che per i deputati grillini fascista è la Boldrini; per la Boldrini fascisti sono i grillini. Per fascista s’intende un modo di comportarsi rozzo, da prepotente e arrogante, non conforme al bon ton e al rispetto degli altri, genericamente antidemocratico. Così inteso il fascismo, in buone dosi, è presente proprio nei grillini, i quali o le cose vanno secondo i loro desiderata o fanno baruffa.
Ma perché questo improvviso scoppio di collera da parte dei seguaci di Beppe Grillo? Probabilmente si stanno accorgendo che le cose si stanno mettendo male per loro.
Chi l’avrebbe mai detto che gli incapaci, inetti, corrotti, ladri e disonesti dell’universo mondo politico italiano – così consideravano e considerano gli avversari i grillini – avrebbero preso le misure per uscire dalla crisi istituzionale e politica! Il Movimento 5 Stelle, dopo che si è praticamente suicidato, rifiutandosi di fare politica, di partecipare al dibattito e di far sentire il suo peso nei modi e nei termini – gli unici! – consentiti dalla democrazia, rischia di venire seppellito. Che sarebbe, per il modo di pensare dei grillini, un paradosso: la forza morta della politica seppellirebbe la forza viva dell’antipolitica. Ma un paradosso non è: in politica è vivo chi pensa e agisce, ha i mezzi per farlo nella prospettiva di un obiettivo. Non è il caso dei naviganti di Grillo, che navigano a vista, dove para para, per raggiungere l’isola senza nome dove tutto è latte e miele.
Di fronte all’incombente pericolo gli zerbinotti, che sembravano tanto perbene, hanno letteralmente perso la testa. Noi non ci stiamo – hanno detto – e hanno dato l’assalto a banchi e ad aule, occupando e impedendo che procedessero i lavori parlamentari.
Ora, in democrazia puoi essere nel giusto quanto vuoi o quanto credi, puoi essere in contatto con Domineddio in persona che ti ispira; ma contano i numeri e le regole, che a volte possono determinare quello che tu ritieni «ingiusto». E quando accade niente e nessuno ti autorizza a rovesciare il tavolo e a metterti fuori dalle regole.  
Ma tant’è. Erano convinti i nostri eroi che gli altri se ne sarebbero stati cheti cheti mentre loro randellavano a dritta e a manca, con un linguaggio da…Taverna (la capogruppo al Senato, ovvio).
Di fronte alla svolta che c’è stata e che dovrebbe portare di qui a non molto ad una legge elettorale che probabilmente ridimensionerà il loro movimento, gli espedienti posti in essere nei mesi scorsi, per impedire il “fare” del governo e dei partiti che lo compongono,  si sono trasformati in guerriglia. Una scelta disperata che si è completata con la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica Napolitano.
Sia chiaro, i comportamenti degli altri soggetti politici, compreso Napolitano, non sono proprio ortodossi, ma ricadono, sia pure con qualche forzatura, che chi ha il potere può fare, nello strumentario della democrazia. Né ci sembra che la strada intrapresa da Renzi, amici e alleati, porti di sicuro ad una soluzione della gravissima crisi politica e istituzionale in cui siamo precipitati. Ma è indubbio che qualcosa si sta facendo, dopo un lungo periodo di quasi completa catalessi.

Da cittadini che amano il proprio Paese ci auguriamo che sia la volta buona; ma non per questo smettiamo di essere guardinghi e critici, anche nei confronti di chi, invece di dare un contributo positivo, gioca al tanto peggio tanto meglio.  

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