Io non son di quelli che si
lagnano in continuazione come gracidano le rane nello stagno; io non canto al
modo delle rane. A me l’Italia piace così com’è; ma anche come diversamente
potrebbe essere, se ad un certo punto piovessero sassate sui Berlusconi, sui
giudici, sugli eterni rivoluzionari che non guadano neppure la più piccola
riforma, che, sotto sigle diverse, da Cavallotti ad oggi ripropongono le stesse
resurrezioni. Radicali, verdi, dipietristi, grillini: cambiano il pelo, questi
lupi castrati, ma non il vizio. Canto per scordare, che non vuol dire
dimenticare, ma essere discorde.
E’ vero, tutto vero quello che si
dice di Berlusconi: è un evasore fiscale e nello stesso tempo quello che versa
più soldi al fisco, è malato di sesso, vero ed esibito; colpevole di ginecei a
corte e di vivai di puttane, delle olgiettine, delle nipoti di Mubarak, degli
Emilio Fede, dei Lele Mora e di altre schifezze. Ma sono pure veri uomini
perbene i Gianni Letta, i Confalonieri; sono pure cose stupende ed utili:
Milano 2, la Fininvest
e tutto il progresso e il benessere derivati. Tutto vero quel che si dice, vero
perché lo si dice. Niente si dice che non sia stato, che non sia. Le gambe dei
cani sono storte. Perché negarlo o volerle raddrizzare?
E’ vero, è tutto vero quello che
si dice sulla giustizia sgangherata, fatta di elementi che meglio si sarebbero
espressi lavorando la terra. Ha faccia
da giudice quell’Ingroia? Ricorda zappe, badili, raschielli. Vi pare
comportamento da giudice quello di Esposito? Bisognerebbe solo vedere da quante
generazioni è …esposito. Hanno screditato e tolto di mezzo la fisiognomica e la
storia, hanno eliminato o stravolto il lessico, strumenti pericolosi di
conoscenza e di comunicazione, gli antirazzisti ottusi.
Vogliamo far finta che molti,
moltissimi giudici non hanno maturato la compostezza del ruolo, quella che si
matura dopo generazioni e generazioni? Il figlio di un giudice di una volta,
tale da almeno quattro-cinque generazioni, era già un giudice al primo vagito,
sentenziava prima ancora di dire mamma, emetteva condanne e assoluzioni a volte
anche ingiuste ma sempre con dignità, decoro e consapevolezza del ruolo che
impersonava. Questi di oggi puzzano ancora di aglio e di vino. Sono sguaiati e sciatti
nel vestire, nel pensare, nel parlare. Vogliamo far finta di non sapere che il
Pci fino agli anni Ottanta ha infornato nella magistratura tanti di quegli
uomini suoi da rendere la giustizia un millepiedi, una limaccia? Del primo
senti la puzza inconfondibile. Della seconda vedi la scia di bava.
Io non faccio finta. Ma va bene
così. E’ il bello dell’Italia. Verrà ancora il più bello, il vero bello, le
randellate. Pasolini invocava la bacchetta per i ragazzini riottosi (Lettere luterane).
Non credo che ne occorrerano molte, gli italiani sono come i “giunchi sovra ‘l
molle limo”, così ben descritto da Dante nel I del Purgatorio; si piegheranno,
si sono sempre piegati. Ritengono che piegarsi è bello, che può anche essere
uno sport nazionale. Magari non si piegassero! Gli italiani amano la commedia e
la farsa; non la tragedia, questa è roba per quei popoli che il Manzoni
ricordava nell’ “Adelchi”: combattenti quando hanno da combattere, pronti a
lasciare gli agi e le famiglie, capaci di fare la pace nella pace e la guerra
nella guerra. E noi? Aveva ragione Churchill: giochiamo una partita di calcio come
se fosse una guerra, e combattiamo una guerra come se fosse una partita di
calcio. Ma va bene così. Si può riformare il cielo – e Copernico lo fece contro
i rappresentanti di Dio sulla Terra – ma gli italiani no, perché sono il
prodotto meraviglioso di secoli di civiltà. Riformate, riformate…ma se non
riformate i riformatori non cambierà mai nulla. E nulla cambierà, perché i
riformatori sono geneticamente immodificabili.
Vero, tutto vero quel che si
sospetta e si sussurra sulla speranza che in grazia di quel tessuto connettivo
che tiene insieme tutto in Italia Berlusconi sarebbe stato assolto, perché una
sua condanna avrebbe provocato disastri. In fondo in Italia è accaduto sempre
così: la suddivisione dei poteri è il fenomeno, la commistione il noumeno. E’ vero
che Berlusconi ebbe rassicurazioni in questo senso. Ed è vero – visto come sono
andate le cose – che è stato inculato. E per uno come Berlusconi…non so se mi
spiego!
Vero, tutto vero che la speranza
di un’assoluzione ha fatto sì che il Pdl
svendesse i suoi principi e i suoi valori alla parte politica avversa in un
governo, che sta facendo i cazzi comodi propri insieme a qualcosina per il
Paese. Omofobia, immigrazione! Ma la destra non era contraria?
Vero, tutto vero quello che pensa
la gente comune, quella che in questi giorni di afa la trovi seduta al fresco
degli alberi pubblici. E che pensa? Pensa che è da idioti mettere cento persone
in una casa in cui non ne cacciano dieci. Vero che questo Paese è diventato il
Vaticano allargato. Da quando Papa Francesco è andato a Lampedusa gli sbarchi
si sono moltiplicati. Così in un Paese che boccheggia, che non è più in grado
di garantire i servizi essenziali ai suoi cittadini, che incoraggia la
disoccupazione o non fa nulla per l’occupazione, che vede aumentare i poveri, che
ricovera negli ospedali i malati solo per farne constatare la morte, ebbene, in
un paese simile, entrano i nuovi, i futuri cittadini italiani, che la Kyenge vorrebbe “santi
subito”.
Ma quanto costano all’Italia gli
sbarchi, gli immigrati? E da dove vengono stornati uomini e denari per fare
fronte? Perché i solerti giornalisti delle sinistre, sparse e riunite, livide
come Furio Colombo, bieche come Padellaro, beffarde come Travaglio, non lo
dicono agli italiani? E’ vero – i cittadini lo devono sapere – i soldi spesi
per il fenomeno immigratorio, sono sottratti agli ospedali, ai trasporti, alle
scuole, all’assistenza degli italiani.
Vero, tutto vero che la destra
italiana ha ormai venduto il Paese nella speranza di salvare un partito o un
uomo-partito. Come si può far finta che le prime tre cariche dello Stato
appartengono alla stessa parte politica e che tutte e tre fanno quello che
dovrebbe fare la quarta carica, ossia il Capo del governo, che invece sembra il
loro portavoce? Ora Grasso ora la
Boldrini parlano da leader politici. Parlano a cazzo, ma
parlano. Come ha fatto la
Boldrini in Belgio, confondendo i nostri lavoratori,
negoziati da De Gasperi a tanti chili di carbone cadauno, con la marea di
africani che giungono in invasione dalle loro terre senza nessuna
pianificazione o criterio, se non quelli fumosi e ideologici della solidarietà
e della globalizzazione.
Vero, tutto vero che in Italia
votare non serve a niente, quale che sia il sistema elettorale, perché non è porcellum il sistema, sono porconi gli
italiani. Ma va bene così. E’ il bello dell’Italia; ma il più bello dell’Italia
è sempre ciò che ancora deve accadere.
non si può non commentare un simile articolo.. 1. Travaglio non è un giornalista di sinistra ne' delle sinistre 2. "in un Paese simile entrano i nuovi".. siamo tornati al "Siamo tutti uguali, si, ma noi siamo più uguali"? se l'Italia non sa affrontare l'immigrazione, certo non è eliminando gli immigrati che risolverà i suoi problemi.. la malattia del sistema italiano è intrinseca, indipendente dall'arrivo di nuove persone e sicuramente non acuita da questo 3. sognare un'immigrazione 'pianificata e fatta con criterio' è da Alice nel paese delle meraviglie 4. da sempre i popoli si sono formati con la fusione, con l'incontro e lo scontro delle culture, un esperto di storia lo sa meglio di me.. chi più degli italiani è 'bastardo'? ma mica ora, da sempre, sin dall'inizio.. pensare di poter fermare questo fenomeno è un'altro sogno, che io non sogno 5. è condivisibile pensare che un Paese non può accogliere più persone di quante ne può ospitare, ma questa ottica si ferma al proprio mondo, è lo spirito nazionale che da sempre contraddistingue la destra.. e chi fugge da una guerra? chi fugge da una povertà senza scampo? chi davvero nel suo proprio Paese non ha speranza? curare il proprio orticello e la propria cittadina malmessa è ok, ma purtroppo prima o poi entrerà qualcuno a prenderci le poche mele del nostro albero e, che a noi interessi o meno (questo dipende dal nostro grado di sensibilità, di solidarietà, di appartenenza alla specie umana nella sua totalità, non nella sua nazionalità), questo qualcuno resta comunque affamato.
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