domenica 16 ottobre 2011

Se Berlusconi fosse un uomo eccezionale...

Ancora una volta Berlusconi ce l’ha fatta. Venerdì, 14 ottobre, ha ottenuto la fiducia dalla Camera (316 voti). Il Presidente della Repubblica ha fatto sapere con una lettera ai capigruppo della maggioranza e delle opposizioni che dopo la bocciatura del 1° articolo del rendiconto finanziario dello Stato, casus belli, il governo non era dovuto a dimettersi e che il passaggio della fiducia era un atto dovuto, con l’ammonizione, in cauda, di non esagerare coi voti di fiducia.
E le opposizioni? Che cosa non hanno fatto! Hanno prima inscenato la farsa, già tragicamente fallita nel 1924 dell’Aventino, ma allora la situazione era di gran lunga più seria, essendo stato rapito e ucciso Giacomo Matteotti, il leader di un partito politico, e al governo c’era uno che si chiamava Benito Mussolini; poi hanno cercato di far mancare il numero legale in aula per invalidare il voto, roba da consiglio comunale di un paese al di sotto dei 5.000 abitanti, non riuscendovi perché i deputati radicali, che pure fanno parte del Pd, e quelli della Südtiroler Volkspartei, in aula invece sono rimasti; infine si sono abbandonati ad esternazioni da gente frustrata, impotente ed incapace di pensare una strategia seria e propositiva. Per fortuna ci hanno risparmiato il mantra del “passo indietro”.
Berlusconi è politicamente malconcio, ma è ancora in piedi. Se si votasse, invece, per sfiduciare le opposizioni, cadrebbero uno dopo l’altro come birilli, i Bersani, i Di Pietro, i Casini, i Fini, i Rutelli, i Franceschini, la Bindi e via processionando. Sono l’uno contro l’altro. A parte il comune odio per Berlusconi, non sono d’accordo su nulla. Non riescono nemmeno a mettere in essere un piano boicottatorio perché non sono credibili non solo nelle finalità ma neppure nelle modalità. Uscire dall’aula è stato un affronto all’istituzione parlamentare, finalizzandolo poi alla caduta del governo si è rivelato opera da dilettanti allo sbaraglio. Ma non parliamo di questi re travicelli, che arrivano sempre “con molto fracasso”, magari raccogliendo anche più di un milione di firme; “Le teste di legno – diceva il Giusti – fan sempre del chiasso”. Ce l’ho con loro perché si gloriano di mostrare al mondo le nostre porcherie per trarre un vantaggio politico, poco curandosi degli interessi generali del Paese.
Purtroppo la fiducia a Berlusconi non è esattamente la medicina giusta di cui ha bisogno oggi l’Italia, forse è la meno peggio. Il Paese oggi ha bisogno di recuperare un’immagine di salute, voglioso di aggredire con entusiasmo i problemi interni ed esterni, che sono tanti. Ma non è solo questione di problemi economici e sociali, di declassamenti da parte di discutibili agenzie finanziarie.
L’Italia ha perduto in questi anni qualcosa di più serio, ha perduto la faccia di Paese politicamente educato, di Paese per bene, “povero ma bello”. Berlusconi è stato l’ultimo leader politico che ha fatto parlare di sé per imprese non edificanti, che ha mischiato nelle sue faccende private aspetti pubblici con coinvolgimenti istituzionali. Ineducato e improvvido, perché sapeva di essere nel mirino. Lui stesso non ha fatto altro che lamentarsi in questi anni per le attenzioni che ha ricevuto dalla magistratura e per l’opposizione selvaggia dei suoi avversari politici. I suoi comportamenti sono stati devastanti per tutti. La magistratura, nella sua folle battaglia giudiziaria, senza mai approdare a nulla di concreto, ha dato al mondo un’immagine di partigianeria e di inefficienza. Mentre gli avversari hanno pensato di trarre qualche vantaggio dall’indignazione degli stranieri, ai quali si sono rivolti esagerando l’inadeguatezza e le sconcezze di Berlusconi. Risultato: Berlusconi è sempre lì, mentre il Paese è sfigurato per Berlusconi che si comporta come un sovrano orientale, per la gente che lo segue in ruolo servile, per la magistratura che lo persegue senza ottenere nulla, per l’opposizione che lo insegue senza riuscire ad acciuffarlo.
La situazione che si è venuta a creare ora è assai peggiore, perché anche il fronte interno berlusconiano che sembrava granitico incomincia a cedere. Quello che è accaduto con la bocciatura del 1° articolo del rendiconto finanziario non è stato un incidente tecnico, è stato voluto. E’ innegabile che all’interno del PdL c’è una pattuglia di ex democristiani che “non è rimasta insensibile al grido di dolore” del Cardinale Bagnasco. I Pisanu, gli Scaiola, i Formigoni hanno aggiunto ai loro vecchi malumori la benedizione della chiesa, che, come ognuno sa, non è un buon viatico.
Se fossi Berlusconi – dicevo ad un amico – dopo il voto di fiducia andrei da Napolitano e rassegnerei le dimissioni per non dover cedere ai ricatti di tanta gentucola. Uscirei alla grande, dopo l’ennesima vittoria parlamentare. Ma che dici? Mi ha risposto quello, convinto, rischierebbe di essere arrestato. Probabilmente ha ragione l’amico. E difatti tra le tante esternazioni dei suoi avversari ce n’è una particolarmente significativa, quella di Di Pietro, il quale ha detto: questa fiducia serve solo a Berlusconi per le sue vicende giudiziarie.
A maggior ragione, allora, mi viene di pensare che se Berlusconi fosse stato un uomo eccezionale sarebbe andato a dimettersi. Ma Berlusconi, evidentemente, è uomo di eccessi, di sommatorie, di accumulazioni; è incapace di compiere un gesto eccezionale. Magari, dove para para!

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