sabato 12 dicembre 2009

Buoni esempi? Non abitano in Italia

Un mio amico sacerdote m’invita spesso a scrivere un articolo sul buon esempio. Confesso che vorrei farlo, ma, per non finire in una sorta di elogio teorico ed astratto, che non servirebbe a niente – non sono un filosofo, peraltro –, mi sforzo di trovare in concreto un riferimento plausibile.
Mi sforzo, ma – ahimè! – non lo trovo. Beato Plinio il Giovane che lo trovò in Traiano e gli fece il panegirico!
Ho sempre studiato storia e politica e se pure qualcos’altro mi è passato per la mente non son riuscito a sottrarlo a queste due materie, che come dei commutatori riducono tutto a res politica. Ho bisogno, perciò, di casi concreti per scrivere un articolo sul buon esempio. Ipotizzando che il mio amico sacerdote sia Lorenzo de’ Medici, non posso che considerarmi l’umile suo servo Niccolò Machiavelli e dico: “…sendo l’intenzione mia […] scrivere cosa che sia utile a chi la intende, mi [pare] più conveniente andare dreto alla verità effettuale della cosa che alla immaginazione di essa”. (Il Principe, XV, 3).
Esempi, dunque. Ma a parte il Papa, che dice sempre cose molto importanti e condivisibili, compresa l’ultima sulle colpe della stampa che amplifica e rafforza il male, non c’è altri. E poi, non presumo di poter fare l’elogio del Papa.
Ma ha un senso parlare di buoni esempi nell’infuriare di un’autentica guerra civile, sia pure combattuta con le armi della politica? Può essere che episodicamente ognuno per un qualche circoscritto fatto si comporti bene, ma poi per altri aspetti è da biasimare. Il buon esempio non può riguardare un particolare, perché abbia valore deve riferire un insieme di atti e di comportamenti, in continuità e coerenza. Questo in Italia oggi non c’è. Chi potrebbe dare il buon esempio?
Non il Presidente della Repubblica, che pure spesso interviene con puntualità e saggezza; ma la politica è zona di assai difficile vivibilità per le anime buone e le menti illuminate. Napolitano è un gran signore come persona e come politico. Si comporta bene. Lo richiede il suo ruolo, l’età, l’esperienza. Ma è un danzatore in un mondo di energumeni scostumati, che nei modi e nelle azioni somigliano ai giocatori di rugby della Nuova Zelanda, i cosiddetti All Blacks, che prima della partita cercano di spaventare gli avversari con versacci e gestacci e nel corso della partita si buttano come cani sull’osso. Nella vicenda del Lodo Alfano è finito nel sandwich.
Non Schifani, Presidente del Senato, troppo appiattito sulle posizioni del Presidente del Consiglio, il più accusato e perseguito della storia d’Italia. Dice delle cose sensate, ma nel grande scontro in corso sta senza riserve da una parte. Il suo non può essere un buon esempio.
Non Fini, l’ineffabile Presidente della Camera, una sorta di San Paolo a tappe sulla via di Damasco. Dal Msi ad An, da An al PdL, dal Pdl a…. Un buon esempio da lui? E’ improbabile, la sua è una saggezza affettata, ruffianesca, una sorta di Lego della buona reputazione. Può dire ciò che vuole, non è credibile. Se stai facendo autostop e passa Fini e ti invita a salire, rifiuta, non sai dove ti porta. Da lui nessun buon esempio.
Non i giudici, dai quali giungono messaggi contraddittori. C’è una parte di essi, sedicenti democratici in realtà comunisti, che vorrebbero utilizzare i pentiti e le intercettazioni, disponendo degli uomini della Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza come gli imperatori romani disponevano dei pretoriani, per mettere sotto accusa, senza prove e senza niente, pure il Padreterno. Poi se, a distanza di tempo, il Padreterno risulta pulito se ne può pure tornare nel suo paradiso, se nel frattempo è rimasto. La stessa parte di magistrati si oppone ad ogni riforma della giustizia, scrive libri, lascia interviste, partecipa a dibattiti, a manifestazioni politiche, facendo passare l’idea che giustizia e sinistra siano la stessa cosa. Mentre essi si occupano pochissimo di tanti problemi quotidiani della gente e lasciano che processi per cose da niente durino decenni. No, dai giudici nessun buon esempio.
La stampa è militarizzata: alcuni giornali e trasmissioni televisive stanno con una parte, ed altri con l’altra. Ognuno difende la sua parte senza un minimo di pudore. In questi ultimi tempi il gioco è diventato scopertamente sporco. Intanto ti calunnio, ti arreco un danno, creo nel paese un’opinione contro; poi, se è il caso ti chiedo scusa. E’ accaduto col direttore de “Il Giornale” Vittorio Feltri, che, dopo aver costretto alle dimissioni il direttore di “Avvenire” per delle inezie, gli ha chiesto scusa. No, dalla stampa forse gli esempi più cattivi.
Ho citato quei soggetti che in una democrazia normale dovrebbero svolgere una funzione terza, dare appunto il buon esempio. Se questo in Italia oggi non accade, la colpa non è tanto dei singoli soggetti, quanto della situazione generale, che non consente di ragionare sulle cose e di esprimere liberamente e proficuamente la propria idea.
E tuttavia, alla fine, un buon esempio mi pare di poterlo citare: è quello delle Forze Armate dello Stato, cui aggiungerei la Protezione Civile, che, nel gran disordine generale, stanno al loro posto e svolgono la loro funzione di tutori delle istituzioni e del Paese con grande dignità ed efficienza. Ma, citare, quale unico buon esempio quello delle Forze Armate e della Protezione Civile, francamente, dà il senso della crisi in cui versiamo.
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