sabato 1 febbraio 2025

A sinistra aspettando Godot

Da sempre si può dire che a sinistra hanno l’abitudine di parlare della loro condizione, di elaborare tattiche e strategie, di ipotizzare alleanze, senza farlo però in una sede importante, tipo congresso. Lo fanno sui giornali, nei talkshow, spesso più che delle proprie ragioni compiacendosi dei torti degli avversari. Prendiamo l’ultimo caso eclatante che ha fatto insorgere tutta la sinistra in maniera anche smodata contro il governo: il caso del generale libico arrestato in Italia e poi dal nostro governo riportato in Libia. Cosa che ha poi innescato l’ennesimo scontro tra il governo e la magistratura, che ha messo sotto indagine giudiziaria la Presidente Meloni, due ministri, Nordio e Piantedosi, e il sottosegretario Mantovano. Da tutto il bailamme, secondo i sondaggi, è sortita una crescita di consenso della Meloni. La gente ha capito che la Meloni ha liberato il “torturatore” libico per evitare che di lì a qualche giorno i libici sequestrassero qualche italiano in Libia e ricattassero il nostro Paese: io ti do il tuo e tu mi dai il mio, come è successo con la giornalista Sala e l’ingegnere iraniano. La gente ha capito inoltre che il “torturatore” libico in qualche modo trattiene in Libia un po’ di migranti, cosa per la quale i governi di mezza Europa spendono milioni e milioni di euro, che elargiscono ad hoc ai vari dittatori nostri dirimpettai. Che i migranti vengano trattenuti piace all’opinione pubblica, che non gradisce che il nostro Paese venga invaso da tanta gente, pur bisognosa e in miserevoli condizioni. L’accoglienza è una gran bella cosa, da sempre. L’ospite si è sempre detto, è sacro. In nessun tempo e in nessun paese lo straniero è stato maltrattato. Omero, uno dei pilastri della nostra civiltà, ci dice che ad Ulisse, tornato ad Itaca come uno sconosciuto straniero, furono lavati i piedi, in segno di accoglienza e di ospitalità. Ma qui siamo in presenza di un fenomeno epocale. La gente lo ha capito perché qualcuno glielo ha spiegato. Non siamo ancora al mors tua vita mea ma lo capiscono tutti che un’accoglienza senza limiti è un’invasione che rende più precaria la vita di oggi e tragica quella di domani. La storia ha registrato tanti casi di rigetto degli stranieri a diversi anni di distanza. Non si creda che il male non ritorni. Il mai più è una pia illusione. Io credo che la sinistra farebbe meglio se in talune questioni assumesse un atteggiamento di non contrapposizione alla destra, trattandosi di problemi che riguardano la nazione. È vero, diverse sensibilità motivano destra e sinistra, che impediscono di venir meno alla propria cultura; ma allora perché essa non cerca di convincere l’opinione pubblica delle sue ragioni, dicendo chiaro e tondo: dobbiamo accogliere i migranti quanti ne vengono vengono e fino a quando vengono? Non lo fanno perché sanno che non è sostenibile. Ma se invece trovassero l’intelligenza e la forza di guardare in faccia la realtà e cercassero di avere con la destra un diverso rapporto non lascerebbero agli avversari il consenso dell’opinione pubblica su un problema così importante, passando peraltro per degli irresponsabili o ubriachi di ideologia. Anche sulle alleanze non riescono ad avere le idee chiare. Allearsi per battere le destre non significa niente se non chiarisci che cosa vuoi evitare che accada con le destre al governo e che cosa vorresti che accadesse con le sinistre al governo. È su questo piano che occorre elebarare un percorso. Invece si passa il tempo per vedere se il rapporto tra il Pd e il M5S regge, che fa registrare avvicinamenti e allontanamenti quasi fossero capricci tra innamorati. Il Pd, partito guida di un’ipotetica coalizione antidestra, non ha risolto mai la questione interna, sperando che provvedesse il tempo a sistemare diversità e contrasti. I postdemocristiani, per esempio, dove sono e che cosa fanno? Continuano a puntare su una Schlein ormai sempre più spenta e logora? Non sono passati molti giorni da quando è venuto fuori il problema, con l’ipotesi Gentiloni in una probabile guida della coalizione. Ma quelli non dimenticano da dove vengono. Tutte queste problematiche sono ampiamente avvertite dalla base anche se si insiste a metterla su un piano di tifo calcistico: dobbiamo battere le destre puntando sull’emotività delle persone. Quel che oggi appassiona l’elettore di centrosinistra è quanto accade a destra, alle stravaganze di certi esponenti, ai modi popolareschi della Meloni, agli spropositi di Salvini, insomma al contorno della politica. Ma quel che ci vuole è un congresso, come una volta si faceva.

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