sabato 11 gennaio 2025
Vanini, un chiarimento con Raimondi
Il professor Francesco Paolo Raimondi ha postato recentemente nel sito «Archivio Giulio Cesare Vanini. Iliesi - Cnr», di cui è responsabile, una noticina che, riguardandomi, mi obbliga a qualche chiarimento. In «Bacheca» ha scritto:
«Ha conosciuto una infelice riedizione uno dei più beceri pamphlet antivaniniani, violentemente polemico, scritto da Salvatore Casto contro la celebre epigrafe dettata da Giovanni Bovio in memoria del filosofo taurisanese, "arso, non confutato" e "consacrato al secolo vendicatore". Il libello fu pubblicato in Lecce nel 1908 con lo pseudonimo Nescius e con il pomposo titolo L'iscrizione lapidaria per Vanini Una lucciola tra splendidi pianeti ossia Dialogo tra un Clericaletto ed un Vaniniano in una riunione di altri Vaniniani (in Lecce). Esso è riprodotto "in trascrizione critica e in riproduzione fotografica", come se si trattasse di opera di alto livello letterario, da G. MONTONATO, Cronache vaniniane, Taurisano, 2016 (in concomitanza e in contrapposizione ideologica con l'erezione del monumento a Vanini). Di non diversa ispirazione è l'altro volumetto dello stesso autore Di Vanini... ultimo dialogo a Tolosa, Taurisano 2019 (in concomitanza con il Convegno vaniniano), il quale manca di qualsivoglia valore letterario o storiografico. Tali sono peraltro altri occasionali contributi che, dettati da pregiudiziale ostilità, compaiono sulle pagine di un giornale locale "Presenza Taurisanese", pur essendo privi di consistenza storica e filosofica».
Incominciamo col dire che nel primo caso, Dialogo tra un Clericaletto e un Vaniniano, si tratta di un documento storico, degno del massimo rispetto, a prescindere dai suoi contenuti di merito. Uno storico, quale è il professore Raimondi, sa che un documento o è autentico o è falso, tertium non datur. Stabilito che è autentico, lo storico che lo disprezza perché non ne condivide i contenuti è come quel medico che si rifiuta di curare un malato perché non gli piace la faccia. Che sia stato pubblicato in concomitanza di un evento importante è prassi editoriale e giornalistica, che vale per tutti i personaggi e i fatti della storia e della letteratura. Quanto alla «contrapposizione ideologica con l’erezione del monumento a Vanini» attribuitami è pura invenzione. Lo sanno tutti, dal Sindaco all’Assessore alla Cultura del tempo, ai lettori di «Presenza Taurisanese», che sono sempre stato favorevolissimo al monumento e che la mia contrarietà a far parte della relativa commissione è da attribuire alla presenza nella stessa del professor Raimondi. In molte circostanze, anche scritte, ho sempre plaudito alla realizzazione di quel monumento, al suo autore e al Comune che lo ha voluto. Avrebbe forse preteso che gli chiedessi l’autorizzazione per pubblicare il documento?
Quanto al volumetto Di Vanini…ultimo dialogo a Tolosa, si tratta di un testo di pura fantasia, scritto in assoluta libertà. Credo che se il professor Raimondi lo avesse letto se ne sarebbe facilmente avveduto. Concomitanza? Sì, e allora? Forse il professor Raimondi, ancora una volta, avrebbe preteso il suo imprimatur? Via, scenda a terra! Parla di una mia «pregiudiziale ostilità». Ma quando mai? Posso dimostrare in qualsiasi momento che ho sempre parlato bene di tutto ciò che è stato fatto a Taurisano per Vanini e per altri personaggi locali. Non essendo il caso di elencare tutti gli eventi di cui sono stato ideatore e realizzatore, spesso in collaborazione del professor Raimondi, taccio per buon gusto.
Prima di parlare – gli disse un po’ di anni fa un prete ortodosso – bisogna documentarsi. Non occorre che glielo ripeta io, adesso. Purtroppo è così preso a leggere le cose sue che le altre cerca di divinarle. Ma soprattutto la finisca con la sua idea padronale ed esclusivista della cultura, che fra tutti i vizi che possa avere un intellettuale è il più ridicolo.
Prof. Luigi Montonato
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