sabato 21 settembre 2024

L'Italia, paese incomprensibile

Nella settimana 9-15 settembre sono accaduti due fatti, che dire incredibili è davvero poco; semplicemente assurdi. Il primo è per così dire privato. Una signora viene scippata nottetempo della sua borsetta, in cui ha le chiavi di casa e i documenti. Deve assolutamente recuperarla, ma non può essere così incosciente da affrontare lo scippatore fisicamente. Le viene l’idea come un lampo di investirlo con la macchina, una-due volte fino a renderlo inoffensivo, e recupera la borsetta. Lo scippatore muore. Gli viene dedicata una manifestazione di solidarietà, in nome di un nuovo principio di legittimità di ladri, borseggiatori e scippatori riuniti. La corte dei miracoli inalbera bandiera. La signora è detenuta in casa ed accusata di pesantissimi reati, che possono comprometterle l’esistenza. Il secondo fatto è pubblico perché riguarda il ministro, vice-presidente del Consiglio, Matteo Salvini. Il pubblico ministero della Procura di Palermo ha chiesto sei anni di reclusione per avere egli impedito, quando era ministro degli interni del primo governo Conte, ad una nave di migranti di sbarcare in Italia, trattenendola sei giorni prima di darle il permesso. La stessa aveva rifiutato altri porti sicuri in Tunisia, a Malta e in Spagna. Il caso è senza precedenti. Nessun politico mai, che io sappia – ed ho un anno più della Repubblica – è stato messo sotto accusa dalla magistratura per una scelta politica. Il caso è una commistione di forze politiche di sinistra in affinità elettiva con una magistratura della stessa parte politica. È l’establishmente, che è così consolidato in Italia che non lo sconfigge nessuna elezione o nessun plebiscito. La denuncia era partita da Lega Ambiente. L’autorizzazione a processare Salvini da parte del Senato era stata possibile per il comportamento “rivoltato” dei 5 Stelle, già con lui nello stesso governo, che in commissione avevano votato contro. Non è il caso di andare al dettaglio. Di materia per fare qualche riflessione ce n’è abbastanza nei due casi. Uno più grave dell’altro. Primo caso. La signora omicida poteva non uccidere lo scippatore? Sì, ma doveva rinunciare alla sua borsetta, alle chiavi di casa e ai documenti e ringraziare il Signore che non le era andata anche peggio. C’è un particolare: la signora non era in grado di fare il ragionamento che io, seduto al computer, posso fare, tranquillo e nella possibilità di togliere, aggiungere e correggere il mio scritto. La signora di certo aveva altre urgenze ed era assalita da altri impulsi incontrollabili compreso quello di maledire lo Stato che lascia in giro delinquenti, ladri e scippatori. La cristiana, come noi popolarmente chiamiamo una donna, non ha avuto la possibilità di fare alcun ragionamento. Doveva recuperare la borsetta. Volerla processare mediaticamente, come è già accaduto, è altro assurdo all’assurdo. Invece di solidarizzare con lei e pregare il Signore di non doversi mai trovare nella sua situazione, si sono tutti, donne soprattutto, trasformati in pedagoghi, psicologi e francescani di primo, secondo e terzo grado e l’hanno condannata senza se e senza ma. Si va formando in Italia una sorta di sindacato – il partito c’è già – per difendere ladri, vagabondi e sfaccendati vari e garantire loro i “sacrosanti” diritti di rubare, di scippare e di occupare abusivamente case altrui, in nome del diritto naturale che viene prima di quello positivo. Il secondo caso è estremamente grave perché un politico, nell’esercizio dei suoi interventi istituzionali, non può essere messo sotto accusa da magistrati pretestuosi. Tanto meno lo possono fare se sono dichiaratamente di parte, ne rivendicano il diritto ed interpretano e manipolano le leggi come conviene loro in quel momento. Se dovesse passare quella linea, allora faremmo un salto all’indietro di diversi secoli, a quando vigeva l’assolutismo e la magistratura, asservita al re, con un cavillo qualsiasi, arrestava, processava e condannava i politici sgraditi. Essere favorevoli o contrari all’immigrazione è un diritto di ogni cittadino, è un dovere di ogni politico che ha chiesto al popolo il voto per fare una certa politica. La democrazia è questa. Non ci si può appigliare ad essa quando conviene e rigettarla negli altri casi. Anche il dovere di aiutare in mare i naufraghi va precisato. Un conto è aiutare chi si trova in difficoltà in mare mentre sta svolgendo un’attività lecita un altro è quando si tratta di rendersi complici di un piano affaristico per un verso, di autentica invasione per un altro. Un’invasione, peraltro, sconsiderata se poi questa gente è lasciata sciamare per le strade e le piazze a procurarsi da bere, da mangiare e tutto il resto, trasformando l’urbanità in una giungla, dove per difendersi occorre trasformarsi in un delinquente o in un criminale del pari. Le politiche di accoglienza, quando non sono supportate da adeguati progetti, sono esse stesse complici di tutte le nefandezze che ne derivano. Fare gli ipocriti e i francescani non serve a niente. Occorrono interventi realistici, coraggiosi, quelli che fanno male al momento ma bene in prospettiva. Il medico pietoso ha sempre danneggiato il paziente.

Nessun commento:

Posta un commento