sabato 18 giugno 2022

La Meloni non s'illuda e si prepari

Negli ultimi tempi Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha compiuto due sortite che hanno fatto discutere e che oggettivamente pongono dei problemi, una in conseguenza dell’altra. La prima è stato il suo intervento spagnolo a sostegno della candidata di Vox, il partito dell’estrema destra spagnola. L’enfasi del discorso della Meloni in Andalusia a difesa dei valori tradizionali in materia di famiglia, di genere e di omosessualità (problematiche Lgtb), ha provocato dure reazioni in Spagna e in Italia. Gli avversari hanno ripreso la solita solfa del neofascismo e l’hanno additata come un serio pericolo per la democrazia e per le conquiste dei diritti individuali della persona. Letta, segretario Dem, è stato particolarmente duro. Bersani, tra i leader di Articolo Uno, si è meravigliato come una persona intelligente e moderata come Guido Crosetto possa difendere e sostenere la Meloni, le cui sortite, al di lui parere, andrebbero mostrate continuamente per ricordare agli italiani con chi hanno veramente a che fare. Di qui la pronta risposta della Meloni, che, evidentemente preoccupata, ha denunciato l’aggressione mediatica dei suoi avversari perché potrebbe provocare il gesto inconsulto di qualche fuori di testa contro di lei. Ricordiamo che alcuni anni fa vittima del fuori di testa di turno fu Silvio Berlusconi, che, all’apice dei suoi successi elettorali e politici, fu colpito con una statuetta sulla faccia e sfregiato e solo per un caso non gli andò peggio. La tempistica di quanto è avvenuto – dopo il successo elettorale di FdI alle elezioni del 12 giugno – ripropone puntualmente il film che chi ha l’età e la memoria ha già visto tutte le volte che il Msi aumentava i suoi voti in occasione di qualche consultazione elettorale. Partivano subito in quarta per denunciare il partito di Almirante come un partito fascista che poteva mettere in pericolo la democrazia. E subito iniziavano o riprendevano le inchieste giornalistiche e le indagini della magistratura, che tenevano in travaglio il partito fino al suo attenuarsi elettorale e alla scomparsa del pericolo. Il “gioco” ha sempre funzionato. La Meloni, che pure viene dal Msi, lo sa bene. Oggi l’attaccano perché secondo i sondaggi il suo è il primo partito del Paese e il Centrodestra potrebbe vincere le prossime elezioni politiche. Lei è convinta che in simile eventualità, per accordi interni allo schieramento – chi prende un voto in più – le toccherebbe l’incarico per formare il governo. In verità questa soluzione oggi non è più contemplata neppure dai suoi alleati. Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, ha ricordato che l’incarico per formare il governo lo dà il Presidente della Repubblica a chi ritiene lui di darlo. Figurarsi che possano pensare della Meloni a capo del governo i suoi numerosi e agguerriti avversari. Figurarsi a quali espedienti essi potrebbero arrivare pur di scongiurare una simile evenienza. Giorgia Meloni dovrebbe prendere atto di questa realtà e non prestarsi alle solite strumentalizzazioni finalizzate a delegittimare lei e il suo partito. C’è un’Italia assai diversa da quella che fanno emergere i sondaggi, peraltro mutevoli, un’Italia che non è tutta nei partiti. Con questa Italia bisogna fare i conti, e non è facile per un partito come quello della Meloni a rischio di delegittimazioni. Oggi sono tutti pronti a riconoscere in lei una donna intelligente e una leader capace, ma i suoi avversari aggiungono subito dopo che sul suo partito grava la damnatio fascista, un difetto di natura, come si vede nella fiamma del vecchio partito inclusa nel nuovo simbolo. Il fatto che gli avversari si attacchino ad un’inezia del genere la dice lunga. Significa che non lasciano nulla di intentato pur di metterla in difficoltà. Di qui la necessità per la Meloni di usare un linguaggio chiaro ma non irritante e soprattutto rispettoso. Giustamente essa fa bene a preoccuparsi che qualche sconsiderato la prenda di mira, ma proprio per questo occorre usare toni meno perentori ed enfatici. Sappiamo quanto certi temi legati ai diritti individuali siano sensibili ed oggi per nulla negoziabili soprattutto da parte di chi ha già goduto di leggi e di situazioni favorevoli. Occorre inoltre guardarsi attorno e all’interno perché non ci siano infiltrazioni e provocazioni come è accaduto nel passato, neppure tanto lontano. Se qualche saluto fascista è motivo di allarme, figurarsi se dovesse venir fuori, artatamente creato, qualcosa di più consistente. La strada della Meloni è diventata ardua proprio perché ha incontrato il favore di un certo elettorato. Il successo in politica va di pari passo coi problemi e più ci si avvicina alla scadenza elettorale più aumentano i rischi, come del resto da più parti si dice. La Meloni è avvisata.

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