Ci hanno detto per anni i nostri
governanti che per frenare gli immigrati provenienti dalle coste africane non
c’era niente da fare; che tra noi e loro c’era solo il mare; che per le leggi
internazionali dovevamo salvarli; che dovevamo accogliere chi scappa dalle
guerre e da quei paesi dove non vigono leggi di democrazia e di rispetto dei
diritti umani; che un conto è avere le frontiere chiuse con soldati e strettoie
per passare, come per i paesi continentali, un altro le coste aperte per
chiunque vi approdi. Quante volte, provocatoriamente, ai rappresentanti della
Lega e di Fratelli d’Italia esponenti del governo o dei partiti di governo non
hanno chiesto: e voi cosa fareste? Quasi a volersi sentir dire “noi spareremmo”
e mangiarsi poi la gustosa frittata propagandistica in funzione di consenso
pubblico. Per anni hanno oscillato tra l’impossibilità di fermarli e la
narrazione che sono utili alla nostra economia e alla nostra società che va
sempre più in crisi demografica.
Poi gli stessi hanno chiamato al
Ministero dell’Interno Marco Minniti, il deus
ex machina, quello che avrebbe risolto il problema. Altro che l’inetto
Alfano! Minniti sì che troverà il modo di interrompere l’invasione! Che,
invasione, per loro, però non era.
Anticipare le lodi
dell’incaricato per favorirlo dal punto di vista mediatico prima ancora che si
mettesse in opera, è tecnica di quei partiti, ex Dc e Pci, oggi Pd, che da
sempre pensano di avere uomini superiori rispetto agli altri. Minniti aveva
vinto la sua battaglia prima ancora di iniziarla.
Così da un giorno all’altro è
accaduto l’improbabile. E, guarda un po’, col beneplacito perfino della Chiesa;
e… buona sera a papa Bergoglio che
non ha mai mancato di farsi il difensore degli immigrati di tutto il mondo,
novello pendant di Carlo Marx per i
lavoratori di tutto il mondo.
Minniti – bisogna dargliene atto
– si è mosso bene; probabilmente aveva la copertura delle alte sfere, della
Presidenza della Repubblica e della Presidenza del Consiglio. Ha capito, ma non
era difficile, che la soluzione del problema si trovava in Libia. Col governo
libico, nonostante qualche turbativa dei francesi – sempre loro! – ha stretto
un patto di collaborazione per impedire agli scafisti il traffico di immigrati.
Le nostre navi militari avrebbero aiutato le autorità costiere libiche nella
lotta contro gli scafisti, mentre le navi delle Ong avrebbero dovuto sottostare
ad una serie di controlli della nostra Marina.
Il flusso è calato vistosamente in
pochi giorni sia in rapporto al mese di luglio, sia in rapporto allo stesso
periodo del 2016. Non è ancora la soluzione; ma un punto in favore della
sicurezza del nostro paese indubbiamente è. L’Italia non è violabile a
piacimento di chiunque.
Le Ong hanno dovuto piegarsi alla
legge Minniti, ovvero a tenere sulle loro navi rappresentanti dello Stato
italiano per vigilare a che tutto si verifichi secondo la legge. Chi non ha
voluto piegarsi, come l’organizzazione “Medici senza Frontiere”, ha deciso di
mettersi da parte, anche perché si sono accorti tutti che le motovedette
libiche sparano.
Ma la soluzione Minniti
ha rivelato indirettamente molte altre cose. Ha rivelato, per esempio, che era
stato il nostro governo a chiedere all’Europa di farsi carico da solo degli
immigrati in cambio di un atteggiamento di favore nei confronti delle nostre
richieste di flessibilità sui conti pubblici. Era stata la radicale Emma Bonino
a dire pubblicamente come stavano le cose. E’ chiaro allora come gli austriaci
e i francesi avessero ragione a respingere gli immigrati che dall’Italia
tentavano di passare in Francia e in Austria. Gli italiani non potevano fare i
furbi: ottenere la flessibilità nei conti e poi disfarsi degli immigrati a
danno dei partner europei.
Ha rivelato che nel governo c’era
chi era determinato a lasciare che in Italia giungessero tutti quelli che si
partivano dalla Libia, in nome di un suo personale credo religioso che con la
politica non dovrebbe avere nulla a che fare. L’ascetico ministro Delrio si è
un po’ agitato per un paio di giorni per poi rientrare nei ranghi. Gentiloni e
Mattarella sono stati chiari: il piano Minniti è il piano del governo.
Ha rivelato che l’immigrazione
non è il gran bene che per anni ci hanno detto i signori del governo e il papa.
Perfino il presidente dell’Inps. Tito
Boeri, ha cercato di far passare l’idea che gli immigrati all’Italia sono
necessari, che l’immigrazione è il toccasana per la società italiana per avere
i fondi nei prossimi anni per pagare le pensioni.
Ha rivelato che effettivamente
tra Ong e scafisti c’era un rapporto di affari. Poco contano in questi casi le
intenzioni: salvare vite umane per le Ong, fare soldi per gli scafisti.
Purtroppo ancora non c’è stato
nessuno degli indignati che difesero le Ong accusate di connivenza con gli
scafisti a chiedere scusa ai magistrati di Trapani e agli italiani. Non la
Boldrini, presidente della Camera, non Piero Grasso, presidente del Senato, i
quali hanno sparato a zero nei giorni in cui la Procura di Trapani aveva
avanzato sospetti su connivenze Ong-scafisti contro chi metteva in dubbio la
bontà e l’eroicità delle Ong. Questi signori appartengono ad un’altra casta:
alla casta di quelli che hanno sempre ragione e che non chiedono mai scusa a
nessuno.
La vicenda dell’immigrazione non è finita e non finirà a breve, ma per
lo meno sappiamo che si può fare qualcosa per contenerla. Soprattutto sappiamo
che nella vita si può sempre fare qualcosa per evitare disastri. E sappiamo
anche – purtroppo! – che la politica in Italia non è solo l’arte del possibile,
ma anche l’arte di ingannare e di mistificare.
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