domenica 13 agosto 2017

Immigrazione: visto che qualcosa si poteva fare?


Ci hanno detto per anni i nostri governanti che per frenare gli immigrati provenienti dalle coste africane non c’era niente da fare; che tra noi e loro c’era solo il mare; che per le leggi internazionali dovevamo salvarli; che dovevamo accogliere chi scappa dalle guerre e da quei paesi dove non vigono leggi di democrazia e di rispetto dei diritti umani; che un conto è avere le frontiere chiuse con soldati e strettoie per passare, come per i paesi continentali, un altro le coste aperte per chiunque vi approdi. Quante volte, provocatoriamente, ai rappresentanti della Lega e di Fratelli d’Italia esponenti del governo o dei partiti di governo non hanno chiesto: e voi cosa fareste? Quasi a volersi sentir dire “noi spareremmo” e mangiarsi poi la gustosa frittata propagandistica in funzione di consenso pubblico. Per anni hanno oscillato tra l’impossibilità di fermarli e la narrazione che sono utili alla nostra economia e alla nostra società che va sempre più in crisi demografica.
Poi gli stessi hanno chiamato al Ministero dell’Interno Marco Minniti, il deus ex machina, quello che avrebbe risolto il problema. Altro che l’inetto Alfano! Minniti sì che troverà il modo di interrompere l’invasione! Che, invasione, per loro, però non era.
Anticipare le lodi dell’incaricato per favorirlo dal punto di vista mediatico prima ancora che si mettesse in opera, è tecnica di quei partiti, ex Dc e Pci, oggi Pd, che da sempre pensano di avere uomini superiori rispetto agli altri. Minniti aveva vinto la sua battaglia prima ancora di iniziarla.
Così da un giorno all’altro è accaduto l’improbabile. E, guarda un po’, col beneplacito perfino della Chiesa; e… buona sera a papa Bergoglio che non ha mai mancato di farsi il difensore degli immigrati di tutto il mondo, novello pendant di Carlo Marx per i lavoratori di tutto il mondo.
Minniti – bisogna dargliene atto – si è mosso bene; probabilmente aveva la copertura delle alte sfere, della Presidenza della Repubblica e della Presidenza del Consiglio. Ha capito, ma non era difficile, che la soluzione del problema si trovava in Libia. Col governo libico, nonostante qualche turbativa dei francesi – sempre loro! – ha stretto un patto di collaborazione per impedire agli scafisti il traffico di immigrati. Le nostre navi militari avrebbero aiutato le autorità costiere libiche nella lotta contro gli scafisti, mentre le navi delle Ong avrebbero dovuto sottostare ad una serie di controlli della nostra Marina.
Il flusso è calato vistosamente in pochi giorni sia in rapporto al mese di luglio, sia in rapporto allo stesso periodo del 2016. Non è ancora la soluzione; ma un punto in favore della sicurezza del nostro paese indubbiamente è. L’Italia non è violabile a piacimento di chiunque.
Le Ong hanno dovuto piegarsi alla legge Minniti, ovvero a tenere sulle loro navi rappresentanti dello Stato italiano per vigilare a che tutto si verifichi secondo la legge. Chi non ha voluto piegarsi, come l’organizzazione “Medici senza Frontiere”, ha deciso di mettersi da parte, anche perché si sono accorti tutti che le motovedette libiche sparano.
Ma la soluzione Minniti ha rivelato indirettamente molte altre cose. Ha rivelato, per esempio, che era stato il nostro governo a chiedere all’Europa di farsi carico da solo degli immigrati in cambio di un atteggiamento di favore nei confronti delle nostre richieste di flessibilità sui conti pubblici. Era stata la radicale Emma Bonino a dire pubblicamente come stavano le cose. E’ chiaro allora come gli austriaci e i francesi avessero ragione a respingere gli immigrati che dall’Italia tentavano di passare in Francia e in Austria. Gli italiani non potevano fare i furbi: ottenere la flessibilità nei conti e poi disfarsi degli immigrati a danno dei partner europei.
Ha rivelato che nel governo c’era chi era determinato a lasciare che in Italia giungessero tutti quelli che si partivano dalla Libia, in nome di un suo personale credo religioso che con la politica non dovrebbe avere nulla a che fare. L’ascetico ministro Delrio si è un po’ agitato per un paio di giorni per poi rientrare nei ranghi. Gentiloni e Mattarella sono stati chiari: il piano Minniti è il piano del governo.
Ha rivelato che l’immigrazione non è il gran bene che per anni ci hanno detto i signori del governo e il papa.  Perfino il presidente dell’Inps. Tito Boeri, ha cercato di far passare l’idea che gli immigrati all’Italia sono necessari, che l’immigrazione è il toccasana per la società italiana per avere i fondi nei prossimi anni per pagare le pensioni.
Ha rivelato che effettivamente tra Ong e scafisti c’era un rapporto di affari. Poco contano in questi casi le intenzioni: salvare vite umane per le Ong, fare soldi per gli scafisti.
Purtroppo ancora non c’è stato nessuno degli indignati che difesero le Ong accusate di connivenza con gli scafisti a chiedere scusa ai magistrati di Trapani e agli italiani. Non la Boldrini, presidente della Camera, non Piero Grasso, presidente del Senato, i quali hanno sparato a zero nei giorni in cui la Procura di Trapani aveva avanzato sospetti su connivenze Ong-scafisti contro chi metteva in dubbio la bontà e l’eroicità delle Ong. Questi signori appartengono ad un’altra casta: alla casta di quelli che hanno sempre ragione e che non chiedono mai scusa a nessuno.
La vicenda dell’immigrazione non è finita e non finirà a breve, ma per lo meno sappiamo che si può fare qualcosa per contenerla. Soprattutto sappiamo che nella vita si può sempre fare qualcosa per evitare disastri. E sappiamo anche – purtroppo! – che la politica in Italia non è solo l’arte del possibile, ma anche l’arte di ingannare e di mistificare.

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