domenica 23 luglio 2017

Immigrazione: se ci fosse un Re


Che cosa accadrebbe in Italia, in presenza della gravissima emergenza degli immigrati, se, invece di Mattarella, Presidente della Repubblica, ci fosse un Re al Quirinale?
Se il Re fosse politicamente grigio e incolore non accadrebbe nulla di diverso da quello che sta accadendo in Italia in questo momento. Gentiloni, cattolico e papadipendente, continuerebbe a fare il capo del governo e a dire ai suoi colleghi di altri paesi che l’Italia non accetta né lezioni né minacce da altri. E intanto sulle nostre coste continuerebbero a riversarsi migliaia e migliaia di immigrati al giorno senza prospettive che gli stessi passassero poi in altri paesi europei. Come in fondo sta accadendo.
Se il Re fosse invece di carattere e di polso e avesse nel cuore e nella testa il bene del suo paese chiamerebbe Gentiloni e gli farebbe questo discorso. Caro Gentiloni apprezzo il tuo cattolicesimo, sono cattolico anch’io, capisco perfino il sentirti più vicino al tuo papa che al tuo re; rispetto le ragioni e i sentimenti per i quali non vuoi assumere nei confronti degli immigrati atteggiamenti di chiusura e di respinzione. Poiché credi nella carità, nella solidarietà, nella misericordia, secondo il tuo credo religioso, non vuoi andare contro le tue credenze; ma proprio per questo non sei adeguato ad affrontare l’emergenza come la realtà suggerisce e impone. Lascia perciò l’incarico; al tuo posto chiamerò, come è giusto che sia, chi per motivi e sensibilità diversi non si fa scrupoli di adottare i provvedimenti più utili al caso. Consideriamo insieme che il 70 % degli italiani è contrario a questa infinita immigrazione e che il restante 30 % è preoccupato. Consideriamo anche che l’Italia col tuo governo non riesce neppure a farsi rispettare dai suoi partner europei. Il fallimento è duplice. Il popolo se n’è accorto. Abbiamo il dovere di rispettare la volontà del popolo, che non si esprime sempre col voto; anche perché in questi cinque anni gli abbiamo impedito di farlo. Le dicevo che sono anch’io cattolico, ma ora rappresento lo Stato e sento più impellente in un momento di crisi per il mio Paese l’urgenza di intervenire per risolvere un problema che potrebbe diventare una tragedia per l’intera Nazione. Questo accadrebbe, più o meno.
Questo potrebbe accadere anche con un Presidente della Repubblica diverso da Mattarella se, pur cattolico e rispettoso della chiesa, trovasse la giusta determinazione per obbedire al suo mandato terreno di fare il bene del proprio paese.
La crisi di conduzione politica dell’Italia oggi è questa, la mancanza di uomini che sappiano anteporre il bene del Paese alle loro credenze religiose, che un papa strano e straniero impone loro sotto la minaccia implicita delle elezioni; che sappiano anteporre il bene del Paese ai loro piccoli calcoli politici, sempre più personali e miserabili.
A noi italiani è estraneo il principio che il Regno di Dio si conquista operando per il bene dello Stato. Anzi, chi in Italia agisce per il bene dello Stato ma in difformità da quello che dice il rappresentante di Dio sulla terra va incontro alla condanna e alla perdizione. Il nostro Dio dovrebbe precipitare all'inferno chi non opera per il bene dello Stato, che è sempre il bene della Nazione e del Popolo.
Bisognerebbe essere allora protestanti? Sarebbe meglio, ma non è detto. In Italia abbiamo avuto presidenti della repubblica capaci anche di interpretare il ruolo in maniera più coraggiosa e propositiva di come non faccia oggi Mattarella. Penso a Scalfaro. Penso a Napolitano. Senza, per questo, condividere le loro scelte. Parlo del metodo non dei contenuti. Ma in Italia non sono mancati neppure i capi di governo che, pur cattolici praticanti, hanno saputo all’occorrenza agire in difformità dalle indicazioni del papa. Penso a De Gasperi e al suo rifiuto di allearsi col Msi. Penso a Moro e all’apertura a sinistra contro le pressioni della chiesa. Penso all’introduzione di leggi anticattolicissime, come quelle sul divorzio e sull’aborto. Perfino oggi, con un Parlamento di sciancati transumanti, sono passati provvedimenti anticattolicissimi, come la legge sulle Unioni Civili, come il matrimonio fra persone dello stesso sesso e via elencando, autentici vulnus al modello cristiano di convivenza, di civiltà e di società.
Atteso che l’immigrazione è considerata un fenomeno negativo, perché nei confronti non di uomini (gli immigranti) ma del fenomeno (l’immigrazione) non si adottano i provvedimenti più opportuni? In realtà i comportamenti del governo sono ambigui, truffaldini e in buona sostanza irresponsabili. I nostri governanti spacciano per virtù l’incapacità di adottare misure più forti ed efficaci. Essi stanno conducendo le cose politiche, la saldezza dello Stato, il bene del Paese, la volontà del Popolo, con una filosofia di vita da paleocristiani. Dicono di voler fronteggiare l’immigrazione però di fatto la favoriscono, perché per certi aspetti – dicono – è un bene per l’Italia. Il Presidente dell’Inps Tito Boeri sostiene che coi contributi che versano gli immigrati, i lavoratori stranieri, si garantiscono le pensioni degli italiani. Gli immigrati, perciò, ci sono indispensabili; se non ci fossero dovremmo inventarceli. Dunque, per un verso l’immigrazione è un male; per un altro è un bene. In questa altalena di mezzo-pinzocheri e mezzo-bottegai si sta consumando uno dei più rovinosi attacchi all’Italia e all’italianità. Si stanno mettendo qui ed ora i presupposti per chissà quali tragedie in un prossimo futuro, quando in Italia saremo un coacervo di etnie con culture radicali diverse e opposte. Né si può dire che nessuno l’aveva previsto. Non solo la Oriana Fallaci, mai troppo lodata e mai troppo criticata; ma lo stesso Giovanni Sartori, una delle menti più lucide della scienza politica italiana, apprezzata in tutto il mondo, ha scritto testi fondamentali contro.

Ma balza all’attenzione anche dell’uomo della strada che, fra tutti i soggetti di questo disgraziato fenomeno, il più fesso, nel senso letterale e popolare del termine, appare il governo italiano. Gli altri si comportano tutti secondo la direzione a sé più confacente: dagli altri paesi europei alle Ong, dagli speculatori nostrani che stanno facendo affari d’oro agli immigrati, che arrivano da noi con le loro donne gravide o appena sgravate per rendere più favorevoli lo sbarco e l’accoglienza. E' in atto il più massiccio attacco all'Italia che si sia mai visto e per di più portato dagli stessi italiani.  

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