Gli intellettuali dovrebbero
essere come le donne pudiche e timorate di Dio, non dovrebbero fare certi
favori. Ma gli intellettuali i favori li fanno; e sono favori che in genere
puzzano.
Di che sa il corsivo pubblicato
da Ernesto Galli della Loggia sul “Corriere della Sera” di lunedì, 31 ottobre,
dal titolo “Dobbiamo incoraggiare i dibattiti aspri ma aperti che fanno bene
all’Islam”? Sembra un intervento richiesto. Dietro Galli della Loggia e la sua
sortita potrebbe esserci la direzione del «Corriere della Sera» e dietro ancora quella dell’«Osservatore
Romano», il quotidiano della Santa Sede. Questo, da qualche tempo, pubblica
articoli di un certo Zouhir Louassini, un giornalista marocchino, di fede
musulmana, da tempo residente in Italia. La presenza anomala di un musulmano
sul giornale cattolico per eccellenza e per istituzione ha un ruolo
fondamentale nella visione francescana di papa Bergoglio, quello di coltivare
l’incontro tra diversi. Peccato che non ci sia ancora il contrario: un
giornalista cattolico di casa in un quotidiano islamico.
Per Galli della Loggia Louassini è
«un valente giornalista». Costui, in un suo articolo apparso sull’«Osservatore
Romano» di sabato 29 ottobre, riporta alcuni episodi di aperture islamiche: lo
sceicco al Tayyb dell’università cairota al-Azhar avrebbe detto in
un’intervista che il Cristianesimo «è una religione di amore e di pace»; un
video in cui c’è un siriano convertito al cristianesimo mentre riceve il
battesimo, circolato in rete, è stato commentato da una marea di spettatori con
toni aspri ma anche con comprensione; un giornale on-line marocchino ha aperto
un dibattito sul fenomeno della conversione con commenti aspri ma anche comprensivi.
Questi tre episodi hanno fatto prendere carta e penna – si fa per dire – a
Galli della Loggia per gridare all’Eureka: «nel mondo arabo-islamico mutamenti
importanti sembrano delinearsi». Francamente si resta perplessi, soprattutto in
considerazione di un così grande autore a fronte di un così piccolo fatto. Come può prendere lucciole per lanterne?
Si dà il caso che quel Louassini
io l’ho conosciuto l’anno scorso a Otranto, ai seminari per la formazione dei
giornalisti, svoltisi nel Castello Aragonese dall’8 all’11 settembre 2015,
organizzati dall’Ordine dei Giornalisti. Venerdì, 11, il tema era «Mass Media e
l’Islam: giornalisti a confronto», relatori Giovanni Maria Vian (direttore «Osservatore
Romano»), Amedeo Ricucci, Alfredo Macchi, Michele Sasso e Zouhir Louassini. Era
presente anche il vicepresidente della commissione disciplinare dell’Ordine dei
Giornalisti Elio Donno. Quando toccò ai partecipanti di prendere la parola,
rifacendomi a quanto aveva detto nel suo intervento Ricucci che non bisogna
cedere al mercato della paura, osservai che non bisognava neppure cedere al festival
delle banalità, in quanto il Louassini aveva banalizzato le orrende morti di
alcuni prigionieri dell’Isis facendo satira con un video sui tagliagole e aveva
detto che molte informazioni su di essi erano false, come a mettere in dubbio che quelle uccisioni fossero mai accadute, allo scopo evidente di accreditare
un Islam buono. Fui letteralmente aggredito con violenza verbale inaudita dal
Louassini, che mi disse che ero stato mandato apposta a fare il provocatore e
che ero sicuramente un amico di Magdi Allam. Mancò poco che non tirasse fuori la
scimitarra e facesse l’801° martire di Otranto, tanto era furioso. La mia
replica fu interrotta dal moderatore per invitare tutti a trasferirci in
un’altra sala del Castello per assistere ad una cerimonia. La questione si
chiuse lì.
Una mia raccomandata di protesta
all’Ordine non ha mai avuto una risposta. Ora, a distanza da più di un anno,
torna il Louassini sponsorizzato addirittura da Ernesto Galli della Loggia. Il
che significa che in Italia c’è uno sciagurato disegno: l’invasione di
popolazioni straniere in gran parte di fede musulmana. Il fenomeno è
considerato non solo e non tanto inevitabile, a causa della nostra esposizione
geografica, ma anche positivo. Prima o poi lo si farà passare come
provvidenziale. E’ il tipico modo di pensare e di fare di chi, non volendo mostrare
la sua pusillanimità, dice che accetta e gradisce quello che gli viene imposto
e che lui subisce.
Neppure nella circostanza da me
riferita, che mi vide purtroppo protagonista di un’autentica e gratuita
aggressione verbale, nessuno dei presenti – ed era piena la sala – seppe dire
niente. Come nessuno si sentì offeso dall’indecente proiezione di una scena in
cui un tagliagola dell’Isis faceva della satira con un ostaggio, facendo solo
finta di tagliargli la gola.
Che un simile affronto accadesse proprio a Otranto, dove ben
ottocento cristiani furono martirizzati nel 1480 dai turchi, non fu ritenuto
motivo sufficiente per una protesta. Siamo ormai come narcotizzati, incapaci
perfino di pensare ad una ribellione contro uno degli scempi più gravi che
l’Europa, il mondo cristiano, sta subendo. Verrebbe di pensare ad una sorta di
nemesi storica; di un contrappasso storico dopo le imprese, ahimè non sempre
edificanti, degli europei fino alla metà del Novecento. Essi per un verso sono
sadicamente inclini ad accettare la punizione. I nostri padri hanno fatto quello che
hanno fatto ad africani e ad asiatici, ora è giusto che questi lo facciano a
noi. Altri, intontiti dalle ideologie umanitarie e neoilluministiche in salsa
bergogliana, neppure si rendono conto di assistere al loro annientamento.
Invece di allarmarsi per certe
operazioni di connivenza, come quella del direttore dell’«Osservatore Romano»
che ospita sul suo giornale un musulmano finto buono, Ernesto Galli della
Loggia gli fa da sponda e conclude il suo corsivo rispondendo a Louassini, che
lamentava che il dibattito tra islamici non interessa ai media occidentali,
«Ecco una risposta: come si vede a questo giornale interessa». Questo giornale
è il «Corriere della Sera», il che convince ancora di più che il suo intervento
è frutto di una committenza «Osservatore-Corriere». Un’accoppiata che la dice
lunga su certe alleanze ai danni dell’Europa cristiana e dell’Italia, porta spalancata
ormai di ogni minaccia.
E l'Ordine dei Giornalisti? Non ha nulla da dire sull'aggressione subita da un suo iscritto, purtroppo non sponsorizzato.
E l'Ordine dei Giornalisti? Non ha nulla da dire sull'aggressione subita da un suo iscritto, purtroppo non sponsorizzato.
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