domenica 6 marzo 2016

Eravamo figli di mamma...


La legge sulle unioni civili, ovvero convivenza riconosciuta tra due dello stesso sesso, ha superato lo scoglio del Senato. Le sarà più agevole superare quello della Camera, dove c’è una caterva di nominati, peraltro in maniera incostituzionale (lo ha detto la Consulta), in grandissima quantità disposti a resistere resistere resistere il più a lungo possibile dove stanno. Per ora è stato stralciato l’art. 5, quello dell’adozione del figlio biologico del partner, confezionato con l’utero in prestito, in affitto, in dono o come dir si voglia, la Stepchild adoption. Un figlio, dunque, prodotto di un semilavorato, dopo una serie di gesti tecnici, dalla masturbazione all’impianto (sorvoliamo sui dettagli).
E’ solo una frenata provvisoria, opportuna, perché l’iter parlamentare è viscido e il rischio è una sbandata. Ma non c’è dubbio alcuno che a quel risultato si arriverà. Basta considerare il cammino osservato finora a partire dall’introduzione del divorzio ad oggi per rendersi conto che tutto scorre come l’acqua in pendenza.
Dunque, addio figli di mamma, con quel carico di significati che l’espressione aveva: di amore, di tenerezza, di pietà. Un’espressione rigorosamente al femminile. Ricordo quando le donne, di fronte ad uno che aveva subito una disgrazia o la morte, esclamavano: povero figlio di mamma! Un uomo non la usava mai, perché non in possesso di tutte quelle doti di cuore di cui le donne una volta erano esclusive depositarie. Sentire un uomo pronunciarla era come sospettare che proprio maschio non fosse.
Essere figlio di mamma era una condizione assai più pregnante di quanto la lettera possa dire. In talune circostanze, l’espressione “siam tutti figli di mamma” era sinonimica di “siam tutti figli di Dio”. E perché, forse che la mamma non è creatrice come Dio?
Alla mamma si accompagnavano le espressioni più belle. Di stupore: mamma mia! Di dolore: ahi ahi, mamma mia! Si può avere qualche dubbio su ciò che disse il poeta tedesco Goethe prima di spirare, se mehr Licht (più luce) o mehr nicht (più niente), ma non c’è dubbio alcuno che chi è morto in guerra o sul lavoro, in un incidente stradale o per un’aggressione subita, l’ultimo suo pensiero e le ultime sue parole sono state per la mamma.
Una canzone di qualche anno fa del gruppo musicale svedese Abba ha immortalato l’espressione “Mamma mia” e l’ha fatta conoscere così in italiano in tutto il mondo. Un tormentone, che però non ci si stanca di ascoltare. Ora i figli di mamma andranno in estinzione. Si farà una legge per proteggerla? C’è da dubitarne.
Che una certa parte di parlamentari insistesse per far passare anche l’adozione per pressanti situazioni venutesi già a creare o che stavano per crearsi, lo dimostra il fatto che all’indomani del voto al Senato è nato Tobia, figlio di Nichi Vendola e di Ed Testa, il suo compagno di vita. C’era urgenza, c’era insistenza, c’era determinazione. Poi hanno capito i giustizieri dei figli di mamma che forse sarebbe stato meglio non compromettere il risultato raggiunto delle coppie civili: meglio oggi la gallina, che ci potrà dare domani anche l’uovo. Ma è del tutto evidente che si trattava di approvare una legge ad personas; mica persone così, no importanti, perché Vendola sarà pure comunista ma ha capito che il siam tutti uguali non esiste e non esisterà mai.
Di mamma – altra espressione proverbiale – ce n’è una sola. Quando ce ne sono due vuol dire che la mamma vera non c’è. Si è detto in questi turpi tempi di confusione che è molto meglio che un bimbo abbia due madri o due padri in serenità di crescita che un padre e una madre nel disordine e nell’inferno quotidiano di litigi e di tragedie. E’ meglio? Non so. Se tutto l’orizzonte dell’esistenza si contiene nel crescere senza gridate, minacce e violenze, evidentemente sì, è meglio stare con due madri o con due padri in tranquillità come bruchi sotto i cavoli. Ma non è così. Premesso che perfino due madri o due padri possono ad un certo punto litigare e rompersi i piatti in testa, separarsi e rimettersi con altri, avere un padre e una madre è un valore unico, che non può essere surrogato da nessuna altra condizione. Si è anche detto che è meglio che un bambino cresca con due padri o con due madri anziché stare in un orfanotrofio. Anche qui, occorre essere chiari. I bambini dell’orfanotrofio possono essere adottati da coppie eterosessuali. Qual è il problema? Magari esemplificando le adozioni, che oggi comportano difficoltà burocratiche incredibili. Da che mondo è mondo questo è avvenuto, e non ci sono stati né traumi né tragedie. Ma darli in adozione a coppie dello stesso sesso è una condanna per i bambini, dagli esiti imprevedibili.
Oggi un omosessuale può dire: io ho il diritto di avere un figlio. Lo si può capire anche se con qualche difficoltà. Ma se domani il bambino, ad una certa età, chiede di volere la mamma, che gli si risponde? Non ha più ragione il bambino di volere una mamma e un papà che una coppia di omosessuali di volere un figlio? E perché certi diritti non sono erga omnes?
Chi sostiene la trasformazione antropologica della società nella direzione dell’omosessualità punta ad avere dalla sua parte il tempo. Pensa: tra una generazione o al massimo due i giovani neppure ricorderanno i tempi della mamma e del papà e per loro sarà normale avere due madri o due padri; gli altri si saranno abituati. A quel punto gli anormali, probabilmente anche da discriminare, saranno quelli che fino ad oggi sono stati i normali.

Già oggi sono pochi ad avere il coraggio di difendere le proprie idee in materia; i più se ne stanno zitti per non dispiacere o per paura di poter essere personalmente coinvolti, non si sa mai. Mentre dappertutto i gay possono fare liberamente e festosamente le loro sfilate, chi manifesta per la famiglia tradizionale viene aggredito ed insultato. Lo spirito del tempo è la forza di questa gente. Può essere che si andrà fatalisticamente fino in fondo sulla strada intrapresa. Ma può essere anche che a qualcuno torni imperioso il desiderio della mamma. Allora forse il “voglio la mamma” diventerà un grido di battaglia.

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