domenica 24 aprile 2022

Il perfido gusto degli italiani a remare contro

La pandemia da Covid e la guerra della Russia contro l’Ucraina, che ci coinvolge in quanto appartenenti all’Europa e alla Nato, hanno messo in evidenza un antico vizio degli italiani, quello di remare contro i nostri stessi interessi e per di più nei momenti più difficili e drammatici. Abbiamo assistito negli ultimi due anni alle scorribande dei no vax contro la vaccinazione preventiva anti Covid. Essi, per nulla solidali col governo del proprio Paese impegnato a gestire la difficile emergenza, hanno fatto di tutto per aggravare la situazione. Tra di essi, anche tanti esponenti della destra politica e giornalistica solitamente comprensiva degli interessi nazionali. Assistiamo oggi nel nostro Paese a posizioni che danno ragione a Putin e alla Russia, contrariamente alla posizione assunta dall’Italia e dall’Europa, che si sono schierate in favore dell’Ucraina in nome di una comune visione della vita improntata ai valori della libertà e della sovranità nazionale. Chi ama la libertà del proprio Paese non può non amare quella degli altri, ergo non può oggi che essere in favore dell’Ucraina violata nella sua libertà e sovranità. Come si può dare ragione ad un dittatore che invade uno Stato sovrano e minaccia il ricorso alle armi atomiche ventilando una guerra che ci vedrebbe inevitabilmente coinvolti? Eppure sono scattate ancora una volta voci anche autorevoli a ricordarci di essere sempre con un piede dentro e con l’altro fuori dai nostri interessi. Se dovesse peggiorare la situazione ne subiremmo tutte le conseguenze, nonostante gli Orsini e i Canfora coi loro colti cavilli, che a stento nascondono le vere ragioni della loro posizione. Sono comunisti, eredi di quel comunismo che aveva nell’Urss il punto di riferimento, i quali non si sono accorti che non c’è più e che al suo posto c’è una nazione, la Russia, che in nulla si differenzia da uno Stato totalitario qualunque e qualunquista che persegue mire espansionistiche di tipo imperialistico e colonialistico. Simile gente tifava perfino contro quando la nazionale di calcio italiana incontrava quella sovietica. Chi insiste nel dare la colpa della crisi ucraina a noi europei e alla Nato non sono solo gli ex comunisti, ma anche personaggi importanti della destra, penso a Franco Cardini e a certa stampa di tendenza. Ora si può comprendere il comunista legato all’Urss al punto da non distinguerla neppure dalla Russia di oggi, ma come si può comprendere chi essendo di destra non si riconosce negli interessi nazionali e così, per il gusto perfido di remare contro, assume atteggiamenti contrari alle decisioni del governo nazionale? Dicono: riconosciamo che Putin ha torto, che la sua decisione di invadere l’Ucraina è un atto inaccettabile, ma amiamo la pace e siccome la Russia prima o poi finirà per avere ragione dell’Ucraina tanto vale smetterla con la resistenza, accettarne le conseguenze politiche ed evitare tante inutili stragi. A supporto della loro posizione gli ex comunisti tirano fuori la Costituzione, che all’art. 11 afferma di ripudiare la guerra sia come “offesa alla libertà degli altri” e sia come “mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Ma l’art. 11 è assai più ricco di contenuti. Esso aggiunge che l’Italia promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte allo scopo di assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni. Non v’è dubbio alcuno che l’Italia si sta muovendo nel più perfetto e completo spirito di questo articolo. D’altra parte per l’art. 87 il Presidente della Repubblica “dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere”. Dunque, l’ipotesi guerra, nonostante il dettato dell’art. 11, non è affatto esclusa dalla nostra Costituzione. Ad un diverso livello si può interpretare questa posizione, sostanzialmente di ignavia, come dettata da una forte paura che la guerra esca dai confini dell’Ucraina e investa anche altri paesi fra cui il nostro. Ma è proprio qui il punto che dovrebbe far capire a questa gente che la resistenza ucraina va sostenuta, anche inviandole armi. Se l’Ucraina si arrende alla strapotenza russa, finisce la questione o non se ne aprono forse altre a danno di altri paesi oggi liberi e sovrani? Putin non ha nascosto e non nasconde i suoi obiettivi, fra cui quello massimo di riportare tutti i paesi dell’ex Urss sotto il dominio della Russia, per ricostituire l’impero degli zar o il regime di Stalin. Se dovessimo tutti ragionare come certi comunisti nostrani o come certi alieni di destra finiremmo per considerare la questione ucraina come la considera Putin, ossia una questione interna, che non riguarda l’Occidente, una sorta di operazione speciale come lui ha voluto definirla e come in fondo la considerano i suoi ammiratori delle nostre contrade.

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