sabato 12 febbraio 2022

San Valentino: se le botteghe fanno le leggi

Vediamo tutte le sere alla televisione la pubblicità di note aziende italiane che fanno la pubblicità dei loro prodotti in ricorrenza di San Valentino. La pubblicità fa il suo mestiere, cerca di far guadagnare l’industria produttrice attraverso la vendita del prodotto reclamizzato. Vediamo coppie variamente assortite che si sbaciucchiano, alcune con castigata compostezza, altre con divorante desiderio, altre con una sorta di sfida, quasi a dire: ci siamo pure noi, che vi piaccia o meno. Vecchietti, bambini, adolescenti, giovani d’ambo i sessi, bianchi e neri, donne e uomini dello stesso sesso. Uno spettacolo che fa lo stomaco ballerino e lo fa rimbalzare di qua e di là, a seconda della coppia in mostra. Se due vecchietti, uomo e donna, si baciano, sfiorandosi le labbra, fanno tenerezza. Se due ragazzi, maschio e femmina si baciano, con qualche inesperienza, fanno dolcezza. Se due giovani, maschio e femmina, si baciano, fanno ben sperare per il futuro dell’umanità italiana. Ma se due maschi e due femmine si baciano fra di loro fanno solo venire il voltastomaco. Ad altri fanno venire slanci masturbativi? È possibile, anzi certo. Ma il punto è un altro. Non è solo questione di gusto: a te piace, a me no. Se così fosse non varrebbe la riga di un articolo. E per il politicamente corretto sarebbe opportuno non parlarne. La questione è politica. Non sono trascorsi molti mesi da quando il Senato ha bocciato il decreto Zan, quello che vorrebbe educare gli italiani, fin da quando sono bambini, a considerare ogni coppia, comunque composta, come normale, allo scopo di eliminare dal costume civile ogni forma di discriminazione e di offesa. Lo scopo è nobile, ma ci sono gli effetti collaterali, che non si vogliono considerare. La prospettiva del todos caballeros fa vedere la voragine di una crisi demografica spaventosa. L’Italia è uno dei paesi europei che cresce di meno, anzi, che non cresce più, che da anni chiude il saldo nascite-morti in negativo. E non si può negare davvero che fra le due cose non ci sia una causalità evidente. Se una femmina, invece di stare con un maschio a fare figli se ne sta con una femmina a far…nulla, e lo stesso vale per il maschio con un altro maschio, le nascite evidentemente diminuiscono ancora di più. E’ matematica, Watson! C’è un’Italia, quella legale, che se ne preoccupa e ha detto la sua, bloccando una legge che a molti, indipendentemente da ogni altra considerazione, non piace perché deleteria. E la bottega, che fa? La bottega deve vendere e tanto più vende quanto più sono gli acquirenti. Il principio è sempre quello di Vespasiano: pecunia non olet. Se le coppie aumentano in numero e qualità (si fa per dire!) aumenta anche la domanda del prodotto. La bottega fa cassa. E di opporsi all’andazzo del momento, non se ne parla proprio. È successo che alcune industrie – qualche anno fa la Barilla – siano incorse nell’incidente di difendere certi modelli tradizionali e certi valori, come la famiglia. Dio ne scampi! È successo il finimondo, con minacce di boicottare gli acquisti, campagne denigratorie fino alla resa della …povera industria, costretta a fare marcia indietro. E se facessero allo stesso modo anche quelli a cui i baci fra gay non piacciono? Punto di domanda, che, però, si sospende. Perché purtroppo in Italia si è liberali e democratici non attraverso i gesti che si compiono ma attraverso la timbratura che si riceve. Per cui è lecito che certi movimenti facciano l’iradidio per protesta, non lo è altrettanto per altri, che pur difendono valori importanti. Alcuni anni fa in un film ad episodi si vedeva un Peppino De Filippo alle prese con una pubblica gigantografia di Anita Ekberg a pubblicizzare il consumo del latte, all’insegna del latte fa bene, dove i seni dell’attrice svedese erano più che allusivi. Il poveretto era ossessionato. Come apriva le finestre di casa vedeva il per lui indegno spettacolo. Non è il caso nostro. Qui non si tratta di paure o di cose del genere, qui si tratta, lo ripeto, di politica. Se in Italia vogliamo o no preoccuparci del nostro futuro di Paese e di Nazione dobbiamo pensare ad evitare quelle abitudini negative e incrementare quelle che si pongono come obiettivo la soluzione del problema. Se pubblicizzare la deriva sessuale è in qualche modo negativo si dovrebbe avere attenzione verso certi spettacoli. Quanto alla digeribilità, siamo ormai talmente abituati a digerire tutto che digeriamo anche la pubblicità dei “baci”. Lo facciamo con fatica, ma lo facciamo!

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