domenica 5 agosto 2018

Grido d'allarme del giornalismo salentino alla VII Edizione del Premio "Antonio Maglio"




La settima edizione del Premio giornalistico “Antonio Maglio”, svoltasi sul piazzale davanti al “Museo Messapico” ad Alezio, la sera di sabato, 4 agosto, è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato del giornalismo nazionale, minacciato da una crisi che per certi versi è strutturale, in seguito al diffondersi di mezzi di informazione, i social, assai più diffusi e preferiti dal pubblico, e da una classe politica che è sempre più insofferente della stampa e di ogni corpo intermedio che filtri e medi tra lei e il pubblico. Una situazione che non rassicura la politica italiana e che con la minaccia alle sue classiche istituzioni, partiti-sindacati-giornali, mette in discussione il futuro della stessa democrazia.
Variamente argomentata, questa crisi è emersa dalla relazione dell’On. Giacinto Urso, Presidente del Premio, e dagli interventi di Nicola Marini, Presidente Emerito e Tesoriere dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, e del Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Raffaele Lorusso.
L’intervento di Alessandro Barbano, a cui è andato il “Premio alla Carriera”, che di recente ha dovuto lasciare la direzione de “Il Mattino” di Napoli, dopo sei anni, ha dato alle riferite argomentazioni la testimonianza di un mondo, quello del giornalismo, sempre più alla mercé “del mercato”, ovvero degli editori e dei politici che impongono e revocano scelte a seconda degli interessi del momento. Barbano, che sulla sua vicenda si è espresso con dignità ed equilibrio, ha ricordato Maglio nel suo essere stato un insuperato direttore e ha voluto ribadire che all’insegna del suo esempio continuerà nella carriera di giornalista. Che – ha voluto dire con fermezza – non è affatto conclusa.
La manifestazione, tuttavia, condotta da Marcello Favale e dagli interventi-blitz di Adelmo Gaetani, si è svolta ad altissimo livello ma soprattutto nella serenità e nella gioia di ricordare figure indimenticabili, come quella dell’intestatario del Premio Antonio Maglio, di cui è stata letta una lettera della figlia Manuela, e di Alessandro Leogrande, di recente scomparso, a cui era stato assegnato il Premio nella sua prima edizione nel 2012. Toccanti le parole della lettera di ringraziamento della madre.
Il Primo Premio di quest’anno è stato assegnato a Giulio Mola, barese di cinquant’anni, per l’inchiesta sul calcio minorile “Quelli che pagano per un contratto…”, apparsa sul quotidiano  “Il Giorno” di Milano, in cui mette a nudo i retroscena di un mondo, quello del calcio minorile, in cui si verificano fenomeni ai limiti dell’assurdo e del criminoso.
I due secondi premi sono andati a Elisa Forte e Andrea Gabellone. La Forte sul quotidiano torinese “La Stampa” ha svolto l’inchiesta “Noia, rabbia, solitudine: com’è dura la vita dei bambini geniali”, sui bambini molto dotati e vivaci, a cui la scuola italiana non sa e non riesce a dare accoglienza e giusta valorizzazione. Gabellone è stato premiato per il reportage sull’immigrazione “Al confine della realtà” apparso sul quotidiano “il Manifesto”, in cui racconta la disgraziata vita degli immigrati in talune realtà italiane di confine (Bardonecchia) fra oggettive difficoltà di inserimento e proibitivi tentativi di attraversare il confine con la Francia.  
Riconoscimenti straordinari sono andati a taluni protagonisti del giornalismo salentino che nel corso degli anni hanno realizzato e condotto testate giornalistiche ormai affermate e di prestigio. Una targa è andata a Nicola Apollonio per i quarant’anni del suo mensile “Espresso Sud” e a Ugo Buccarella, Loris Coppola e Nicola Ricci per i venti anni del settimanale di informazione e tempo libero “Salento in tasca”.
Ma non solo giornalismo. Da quest’anno il Premio ha voluto attenzionare il mondo dell’imprenditoria e del lavoro. Una targa speciale è stata assegnata a Benedetto Cavalieri, titolare dell’omonimo pastificio magliese, giunto a celebrare il centesimo anno dalla fondazione. Stesso riconoscimento è andato a Giuseppe Coppola, operatore nel campo della viticoltura e del turismo.
Molti premi sono andati ai premiati. Oltre alla tradizionale “trozzella” e un “quadretto” raffigurante un tronco d’olivo del fotografo Longo, confezioni di prodotti tipici della nostra economia: vini, olio, pasta, caffè; ovviamente delle aziende che col “Premio” hanno un rapporto particolarmente contiguo.  
Molte le personalità presenti alla cerimonia, fra cui il Sindaco di Alezio Andrea Vito Barone, che ha fatto istituzionalmente gli onori di casa, e alcuni amministratori dei comuni vicini. Il Prefetto Carlo Schilardi, che di recente ha ricevuto dal Ministero un incarico a Napoli, ha chiuso la cerimonia, dando appuntamento all’anno prossimo.

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