La settima edizione del Premio
giornalistico “Antonio Maglio”, svoltasi sul piazzale davanti al “Museo
Messapico” ad Alezio, la sera di sabato, 4 agosto, è stata anche l’occasione
per fare il punto sullo stato del giornalismo nazionale, minacciato da una
crisi che per certi versi è strutturale, in seguito al diffondersi di mezzi di
informazione, i social, assai più diffusi e preferiti dal pubblico, e da una
classe politica che è sempre più insofferente della stampa e di ogni corpo
intermedio che filtri e medi tra lei e il pubblico. Una situazione che non
rassicura la politica italiana e che con la minaccia alle sue classiche
istituzioni, partiti-sindacati-giornali, mette in discussione il futuro della stessa
democrazia.
Variamente argomentata, questa
crisi è emersa dalla relazione dell’On. Giacinto Urso, Presidente del Premio, e
dagli interventi di Nicola Marini, Presidente Emerito e Tesoriere dell’Ordine Nazionale
dei Giornalisti, e del Segretario Generale della Federazione Nazionale della
Stampa Raffaele Lorusso.
L’intervento di Alessandro
Barbano, a cui è andato il “Premio alla Carriera”, che di recente ha dovuto
lasciare la direzione de “Il Mattino” di Napoli, dopo sei anni, ha dato alle riferite
argomentazioni la testimonianza di un mondo, quello del giornalismo, sempre più
alla mercé “del mercato”, ovvero degli editori e dei politici che impongono e
revocano scelte a seconda degli interessi del momento. Barbano, che sulla sua
vicenda si è espresso con dignità ed equilibrio, ha ricordato Maglio nel suo
essere stato un insuperato direttore e ha voluto ribadire che all’insegna del
suo esempio continuerà nella carriera di giornalista. Che – ha voluto dire con
fermezza – non è affatto conclusa.
La manifestazione, tuttavia,
condotta da Marcello Favale e dagli interventi-blitz di Adelmo Gaetani, si è
svolta ad altissimo livello ma soprattutto nella serenità e nella gioia di ricordare
figure indimenticabili, come quella dell’intestatario del Premio Antonio
Maglio, di cui è stata letta una lettera della figlia Manuela, e di Alessandro
Leogrande, di recente scomparso, a cui era stato assegnato il Premio nella sua
prima edizione nel 2012. Toccanti le parole della lettera di ringraziamento
della madre.
Il Primo Premio di quest’anno è
stato assegnato a Giulio Mola, barese di cinquant’anni, per l’inchiesta sul
calcio minorile “Quelli che pagano per un
contratto…”, apparsa sul quotidiano “Il
Giorno” di Milano, in cui mette a nudo i retroscena di un mondo, quello del
calcio minorile, in cui si verificano fenomeni ai limiti dell’assurdo e del
criminoso.
I due secondi premi sono andati a
Elisa Forte e Andrea Gabellone. La Forte sul quotidiano torinese “La Stampa” ha
svolto l’inchiesta “Noia, rabbia,
solitudine: com’è dura la vita dei bambini geniali”, sui bambini molto
dotati e vivaci, a cui la scuola italiana non sa e non riesce a dare
accoglienza e giusta valorizzazione. Gabellone è stato premiato per il
reportage sull’immigrazione “Al confine della
realtà” apparso sul quotidiano “il Manifesto”, in cui racconta la
disgraziata vita degli immigrati in talune realtà italiane di confine (Bardonecchia)
fra oggettive difficoltà di inserimento e proibitivi tentativi di attraversare
il confine con la Francia.
Riconoscimenti straordinari sono
andati a taluni protagonisti del giornalismo salentino che nel corso degli anni
hanno realizzato e condotto testate giornalistiche ormai affermate e di
prestigio. Una targa è andata a Nicola Apollonio per i quarant’anni del suo mensile “Espresso
Sud” e a Ugo Buccarella, Loris Coppola e Nicola Ricci per i venti anni del
settimanale di informazione e tempo libero “Salento in tasca”.
Ma non solo giornalismo. Da quest’anno
il Premio ha voluto attenzionare il mondo dell’imprenditoria e del lavoro. Una
targa speciale è stata assegnata a Benedetto Cavalieri, titolare dell’omonimo
pastificio magliese, giunto a celebrare il centesimo anno dalla fondazione. Stesso
riconoscimento è andato a Giuseppe Coppola, operatore nel campo della viticoltura
e del turismo.
Molti premi sono andati ai
premiati. Oltre alla tradizionale “trozzella” e un “quadretto” raffigurante un tronco
d’olivo del fotografo Longo, confezioni di prodotti tipici della nostra
economia: vini, olio, pasta, caffè; ovviamente delle aziende che col “Premio”
hanno un rapporto particolarmente contiguo.
Molte le personalità presenti
alla cerimonia, fra cui il Sindaco di Alezio Andrea Vito Barone, che ha fatto
istituzionalmente gli onori di casa, e alcuni amministratori dei comuni vicini.
Il Prefetto Carlo Schilardi, che di recente ha ricevuto dal Ministero un
incarico a Napoli, ha chiuso la cerimonia, dando appuntamento all’anno
prossimo.
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