sabato 4 ottobre 2025

La Flotilla ha fatto putsch

Alla fine non c’è più niente da scoprire. I manifestanti Pro Pal, scatenati nel loro “blocchiamo tutto” in accompagnamento dell’avventura della Flotilla, hanno rivelato la loro vera finalità: “Meloni dimissioni”. Il governo deve cadere! Lo gridano nei loro slogan mentre sciamano per le vie cittadine di gran parte delle città italiane. Sarà pure che la Flotilla era globale, con quarantaquattro nazioni rappresentate, ma la nutrita componente italiana aveva scopi ben diversi dagli altri compagni di avventura. In nessun paese europeo si è verificato quanto sta accadendo in Italia. Mobilitazioni spontanee e massicce in ogni città, sciopero generale, scene da guerriglia urbana in tutto il Paese, attacchi dell’opposizione al governo, come mai in precedenza. All’indomani dell’ennesimo successo del centrodestra, questa volta nelle Marche, i suoi nemici hanno colto l’occasione di Gaza per tentare la spallata e mettere in crisi il governo. Desiderare non è reato, specialmente in politica, dove tutto si può chiedere e pretendere nella convinzione che è sempre troppo poco. Così si diceva nel ’68, anno che sembra avvicinarsi a salti tripli. Dove non arrivano col voto “lor signori”, i democratici!, cercano di arrivarci con la violenza, col disordine, col caos. Roba vecchia, saputa e risaputa. Che quella di Gaza fosse una scusa, ghiotta, lo si era capito da tempo. I flotillanti sono stati costretti ad ammetterlo dopo gli interventi del Presidente della Repubblica Mattarella e del Cardinale Pizzaballa, primate di Gerusalemme, che suggerivano come far recapitare gli aiuti ai palestinesi di Gaza senza forzare il blocco navale degli israeliani. Senza volerlo, i saggi consigli di questi due santi uomini hanno rotto le uova nel paniere dei flotillanti costringendoli a dichiarare le loro vere finalità politiche. Ah, perché – hanno detto – davvero quelli pensano che noi vogliamo portare gli aiuti ai palestinesi e poi tornarcene come se avessimo fatto una scampagnata? Il nostro ha un obiettivo politico con tutte le conseguenze che ne possono derivare. In Italia, soprattutto, paese che più di ogni altro al mondo ha adottato la bandiera della Palestina come la propria bandiera politica. I bambini che muoiono, la fame, il genocidio c’entrano, c’entrano; ma intanto servono alla causa italiana. Non è un caso che nella Flotilla c’erano quattro parlamentari dell’opposizione; di ogni componente, del Pd, del M5S e dell’Avs. Una presenza più che simbolica, qualificante, di appropriazione degli esiti quali fossero stati. E se nel mare operavano i nuovi ulissidi, sulla terra ferma operavano i loro omologhi. I parlamentari dell’opposizione continuavano a bersagliare il capo del governo, accusato di essere complice di genocidio, mentre Landini, segretario generale della Cgil minacciava lo sciopero generale. Il resto, i soliti a scatenare il terrore urbano. Tutto concertato. La tecnica è sempre la stessa: occupazione delle università, assalto alle stazioni, agli aeroporti, invasione delle piazze, sfascio di tutto ciò che capita. Pensano: il governo sarà costretto a mostrare il suo vero volto, quello repressivo. È o non è fascista questo governo? E allora la cosa è fatta! Se poi resta con le mani in mano, tanto peggio per lui, dimostra di non essere in grado di garantire l’ordine e la sicurezza e perderà la faccia nei confronti dei suoi sostenitori e del mondo. Il governo, invece, coi suoi ministri di competenza, Taiani e Crosetto, Esteri e Difesa, ha svolto un compito irreprensibile, tutelando i flotillanti nostri connazionali, col solo limite di non provocare incidenti diplomatici. Che più? Taiani è rimasto continuamente in contatto col suo omologo israeliano per avere informazioni e rassicurazioni. Crosetto ha inviato una nave della Marina Militare per quanti avessero voluto desistere ove la situazione fosse degenerata. L’impresa per certi aspetti, all’inizio, mostrava di essere suggestiva. Si trattava di forzare un blocco navale su barche in festa di bandiere e di sventolii. Gaza sembrava una specie di Fiume, la città conquistata nel 1919 dai legionari d’annunziani, tanto che anche tra i giovani di destra serpeggiava qualche simpatia. Si è risolta in un esito scontato. I flotillanti si sono pacificamente arresi ancor prima di entrare in acque territoriali controllate dagli israeliani, appena i militari della stella di David hanno loro intimato di alzare le mani e di lasciarsi arrestare. Il resto è grigio protocollo, burocratico iter, fino al ritorno di ognuno a casa sua sano e salvo, come volevasi che accadesse. O forse no! Resta in Italia tra i “palestinesi” la delusione per non essere accaduto nulla di importante che giustificasse l’assalto alla nazione, come già se ne vedono le imprese.

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