sabato 21 dicembre 2024
Ucraina, la guerra non è stata inutile
Chi ancora sostiene, come fa il giornalista Marco Travaglio, che la guerra Russia-Ucraina è stata inutile, un’orrenda strage di uomini, donne e bambini, tanto scontato era l’esito, mi ricorda un tale del mio paese che la sera, di ritorno dalla bottega di fabbro, non si lavava perché era inutile farlo tanto il giorno dopo si sarebbe nuovamente sporcato. Un paese ne aggredisce un altro, scopo conquista, e l’altro deve starsene zitto e quieto tanto l’aggredito non può competere con l’aggressore e finirà comunque col doversi assoggettare. E zitta e ferma doveva starsene la comunità internazionale per le stesse ragioni. Secondo questo allegro modo di sragionare, la pace precedente e quella susseguente rendevano inutile la guerra.
Cose del genere nella storia ne sono accadute rarissimamente. Quando c’è stata un’aggressione, c’è sempre stata una reazione da parte dell’aggredito, la quale, il più delle volte, ha avuto la sua importanza nella determinazione finale. Si dirà: ma la pace è un bene che viene prima di tutto e di tutti. Se l’esito della guerra è tale da non poter scongiurare la sconfitta, perché farla? È presto detto: perché l’aggressore russo, in questo caso, sarebbe passato ad imprese anche più facili nei confronti di Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Georgia, Moldava e via continuando con tutto l’ex impero sovietico. Putin, il neozar, non si è neppure peritato di nascondere le sue intenzioni.
Chi viola le regole internazionali va fermato possibilmente nei modi che non siano di peggioramento della situazione. Mi spiego: non si doveva arrivare alla terza guerra mondiale subito dopo che i carri armati russi erano entrati in territorio ucraino. Ma, evidentemente, neppure starsene fermi a guardare, in attesa che la cosa fosse finita col ritorno alla pace, che per l’uno, l’aggressore, sarebbe stata di vittoria, per l’aggredito di sconfitta. La pace non è un bene perimetrabile nello spazio e nel tempo, è qualcosa di assai più ampio. L’Ucraina ha fatto bene e fa bene a battersi e la comunità internazionale fa bene a sostenerla fattivamente. Battendosi si difende la pace vera, la pace dei giusti. Può essere che l’Ucraina abbia commesso degli errori. Può essere che la Nato si sia avvicinata troppo alle porte della Russia. Può essere tutto, ma un dato è incontrovertibile: da una parte c’è stato un aggressore e dall’altra un aggredito.
Davvero la guerra è stata inutile? Nel frattempo, con la guerra, un po’ di cose sono cambiate. Svezia e Finlandia hanno chiesto di entrare nella Nato dopo la loro tradizionale neutralità e i paesi che stanno intorno alla Russia sempre più convintamente vogliono entrare nell’Unione Europea. Il piano di ricomporre la vecchia Unione Sovietica, riveduta e corretta, non sembra più tanto praticabile. Tutto questo sarebbe avvenuto se l’Ucraina avesse accettato l’invasione e se la comunità internazionale se ne fosse stata per i fatti suoi in difesa della pace e del quieto vivere? C’è da dubitare. A volte il tempo aiuta a far nascere situazioni nuove. Senza scomodare Quinto Fabio Massimo, il temporeggiatore anti Annibale, la guerra dell’Ucraina ha consentito che maturassero certe situazioni politiche, che rendono oggi la Russia meno spavalda e più conscia delle difficoltà a voler togliere la libertà e la pace ad altri paesi.
Ora, dopo due anni di guerra, pare che le due parti vogliano cercare una soluzione. L’ucraino Zielinski ha detto di non avere risorse belliche per recuperare il Donbass e la Crimea. La dichiarazione potrebbe essere letta come un segno di resa e una disponibilità all’accordo, ma anche come una nuova richiesta agli alleati di armi e di mezzi. Dall’altra parte il russo Putin ha detto che è disposto a trattare con tutti anche con Zielinski a condizione che in Ucraina questi venga eletto in maniera regolare. Si sa da sempre che la carica di presidente dell’Ucraina di Zielinski è stata contestata da Putin come irregolare. Anche questa dichiarazione può essere intesa come una disponibilità a trattare, forse Putin conta sul condizionamento del voto in Ucraina o forse, come si dice, mena il can per l’aia. È da ingenui non pensare che Putin abbia “suoi” uomini in Ucraina pronti a fare dell’Ucraina un’altra Bielorussia.
Si tratta comunque di spiragli che in una situazione molto complessa potrebbero aprirsi ad una soluzione o a rendere sempre più ingarbugliata la matassa. Pensare che tutto possa risolversi “francescanamente” – con tutto il rispetto! – o alla “Travaglio” è utopia bell’e buona. Finora si è evitato il peggio con soluzioni partecipi e dilatorie; diamo tempo al tempo.
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